Licenziamenti, accordo governo-parti sociali: cosa cambia dall’1 luglio e chi rischia
Dopo una riunione durata quasi 6 ore, a Palazzo Chigi, è stata raggiunta un'intesa sui licenziamenti. Cgil, Cisl e Uil e Confindustria hanno firmato un avviso comune siglato anche dal premier Mario Draghi e dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. Prevede un impegno a far ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali esistenti prima di ricorrere all'interruzione del rapporto di lavoro
Accordo raggiunto sui licenziamenti: al termine di un incontro fiume durato sei ore, le parti sociali - da Cgil, Cisl e Uil a Confindustria - hanno firmato un avviso comune siglato anche dal premier Mario Draghi e dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. Prevede un impegno a far ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali esistenti prima di ricorrere ai licenziamenti
Accordo sindacati-governo, usare la Cig prima dei licenziamenti
Si apre anche un tavolo permanente di confronto per monitorare l'andamento occupazionale in questa fase di ripresa dell'attività post covid. Le norme non cambiano e al Consiglio dei Ministri verrà approvato il decreto che conferma il blocco solo per il settore tessile, per quello della moda e per il calzaturiero
Lavoro, verso sblocco dei licenziamenti tranne per il settore tessile e moda
L’ufficialità arriverà dunque con il cosiddetto decreto ponte del governo: non tutti i settori verranno coinvolti. Il blocco dei licenziamenti sarà infatti prorogato per il tessile e i settori collegati come quelli delle calzature e della moda. Tuttavia, c'è un impegno ad utilizzare in ogni caso, per tutti, le 13 settimane di cig ordinaria disponibili
Sblocco licenziamenti: accordo governo-parti sociali. VIDEO
Il risultato arriva al termine di un lunghissimo confronto iniziato con posizioni molto distanti e con i sindacati pronti a mobilitarsi. Ma i continui stop and go hanno fatto capire che era in corso non un incontro formale ma una vera trattativa nella quale sono stati convolti, a distanza, anche i rappresentati degli industriali non presenti a Palazzo Chigi.
Il risultato è in una nota, condivisa, di dieci righe: "Le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti - è scritto nel testo - si impegnano a raccomandare l'utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente ed il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro"
Le parti coinvolte, si legge nella nota "Auspicano e si impegnano, sulla base di principi condivisi, ad una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all'avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua". I leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri hanno definito l'accordo un "segnale importante"
"Viene data risposta alle tante persone che avevano preoccupazioni - sottolinea il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri - È un risultato che risponde alla mobilitazione che c'è stata sabato, l'unità sindacale lo ha prodotto"
"Ci sarà ora un tavolo di confronto permanente per affrontare la sfida della ripartenza in un clima di vera coesione sociale", ha sottolineato il leader Cisl Luigi Sbarra. "C'è l'impegno di avviare, nei prossimi giorni, un confronto sulle riforme: ammortizzatori sociali, politiche attive, fino alla riforma fiscale e alle politiche industriali", ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini
Attualmente è in vigore la norma del Decreto Sostegni 1 (n. 41-2021) per cui il blocco dei licenziamenti per le aziende che utilizzano ancora gli ammortizzatori emergenziali scade a breve. In particolare, il 30 giugno per le aziende che utilizzano la CIGO (la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria) e il 31 ottobre per le altre aziende, quelle che utilizzano altre forme di ammortizzatori sociali (FIS e Cassa in deroga, che riguardano artigianato, terziario, somministrazione)
Da queste vanno comunque escluse le ipotesi di licenziamenti conseguenti, vale a dire quelle dovute a un fallimento, alla messa in liquidazione o alla cessazione definitiva di una determinata attività