Lavoro, in Italia mancano all’appello 318mila diplomati. Ecco le figure più richieste
In diversi settori per lavorare basterebbe un istruzione tecnica professionalizzante, ma mancano i diplomati per diversi tipi di lavoro. È quanto emerge da un report di Confindustria sui titoli di lavoro più richiesti nel settore industriale e in quello dei servizi. “A monte - commenta il vicepresidente di Confindustria per il Capitale Umano, Giovanni Brugnoli - non ci sono abbastanza iscritti agli istituti tecnici e professionali”
In alcuni settori per lavorare basta un diploma. E spesso in tal caso è meglio se si tratta di istruzione tecnica professionalizzante, per cui risultano introvabili 318mila diplomati. È quanto emerge da un report da Confindustria
Il report di Confindustria
Il sistema produttivo, dall’industria ai servizi, assume infatti moltissimi diplomati nel settore tecnico. Di cui si registra persino carenza
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Nel 2017 il 63% degli assunti nel settore industriale aveva un diploma tecnico, il 21% di tipo professionale, e solo il 16% provenienti dal liceo
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Anche nel settore dei servizi nel 2017 la maggior parte degli assunti (il 58%) aveva un diploma tecnico. Il 15% proveniva dal professionale e il 27% dal liceo
Nel 2020 per le imprese sono risultati "introvabili 318mila diplomati pari al 28% degli ingressi previsti"
Le difficoltà di reperire diplomati segnalate dalle imprese sono per il 48% legate alla carenza di competenze e per il 43% alla carenza di offerta
Dal rapporto emerge che la carenza di competenze come difficoltà delle imprese ad assumere è più alta nel settore "turismo, enogastronomia e ospitalità" (56,4%)
Carenza di competenze si registra anche per "elettronica e elettrotecnica" (54,5%), "amministrazione, finanza, marketing" (52,3%), "grafica e comunicazione" (48,6%), "chimico, materiali e biotecnologie" (43,7%)
“Molti profili di diplomati a indirizzo ‘professionalizzante’ - chiarisce il report - sono introvabili non solo per carenza di offerta ma anche a causa del gap di competenze, tra quello atteso dalle imprese e quello posseduto dai candidati al momento dell’assunzione"
“A monte - commenta il vicepresidente di Confindustria per il Capitale Umano, Giovanni Brugnoli - non ci sono abbastanza iscritti agli istituti tecnici e professionali”
“È un tema su cui stiamo lavorando molto assieme al ministro dell'Istruzione - continua Brugnoli - anche per creare una filiera che abbia come terminale gli Its sbocco terziario naturale dei percorsi tecnico-professionali”
“L'intero Paese deve conoscere i punti di forza di questa filiera che crea lavoro per i giovani e sviluppo per le imprese”, conclude il vicepresidente