Bozza Recovery Plan: tra riforme anche concorrenza. Impatto sul Pil del 3,6% nel 2026

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Secondo le anticipazioni, si tratta di un piano di 318 pagine, con l'indicazione di obiettivi, missioni, priorità trasversali e riforme che lo accompagneranno. Il premier nella premessa: "Il governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno". Previsti investimenti per asili e scuole, turismo e treni veloci. Dal Sud, nel 2026, stimato oltre un terzo del Pil

Una piano di 318 pagine, con l'indicazione di obiettivi, missioni, priorità trasversali e riforme che lo accompagneranno. È questa la bozza del Recovery Plan italiano, secondo le anticipazioni, che dovrebbe arrivare domani mattina sul tavolo del Consiglio dei ministri. Il Piano "comprende un ambizioso progetto di riforme" con "quattro importanti riforme di contesto - p.a, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza".  

Draghi: vincere sfida per Paese più moderno

L'impatto sul Pil del Piano nazionale di ripresa e resilienza legato al Recovery sarà nel 2026 "di almeno 3,6% più alto rispetto all'andamento tendenziale”, si legge nella premessa a firma di Mario Draghi alla bozza del Pnrr, in cui si specifica che l'effetto sull'occupazione sarà di quasi 3 punti percentuali. "Il governo intende aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile; ambiente e clima; idrogeno; automotive; filiera della salute. Il governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all'interno di un'Europa più forte e solidale”, avrebbe inoltre scritto Draghi nell'introduzione al Pnrr.

Un momento dell'incontro sul Recovery Plan tra il premier Giuseppe Conte e Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri, a Palazzo Chigi, Roma, 22 gennaio 2021. Sono presenti alla riunione anche i ministri Stefano Patuanelli
e Nunzia Catalfo.
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Supervisione affidata a comitato con ministri 

"La supervisione politica del piano è affidata a un comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio a cui partecipano i ministri competenti", si legge ancora nella premessa della bozza del Pnrr. C'è "una struttura di coordinamento centrale presso il ministero dell'Economia" che "supervisiona l'attuazione del piano ed è responsabile dell'invio delle richieste di pagamento alla Commissione Ue". La affiancano una struttura di valutazione e una di controllo. Le amministrazioni sono responsabili di singoli investimenti e riforme. Il governo costituirà delle task force locali per aiutare le amministrazioni. 

A handout photo made available by the European Central Bank shows European Central Bank (ECB) President Christine Lagarde speaks during a press conference following the meeting of the Governing Council of the European Central Bank in Frankfurt am Main, Germany, 11 March 2021.  ANSA/ECB HANDOUT  HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

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A Chigi un ufficio semplificazione

Sulle riforme, quella per la semplificazione "abroga o revisiona leggi che ostacolano la vita quotidiana dei cittadini, le imprese e la Pa; interviene sulle leggi in materia di Pa, di contratti pubblici, su norme di ostacolo alla concorrenza, su regole che hanno facilitato frodi o episodi corruttivi. È potenziato il Dipartimento affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio e presso la presidenza viene costituito un Ufficio per la razionalizzazione e semplificazione delle leggi e regolamenti", per dare "continuità di interventi", si legge nella bozza.

La riforma della Pubblica amministrazione

Per la PA, invece, la realizzazione del programma di riforme e investimenti si muove su quattro assi: Accesso, per snellire e rendere più efficaci e mirate le procedure di selezione e favorire il ricambio generazionale; Buona amministrazione, per semplificare norme e procedure; Competenze, per allineare conoscenze e capacità organizzative alle nuove esigenze del mondo del lavoro e di un'amministrazione moderna; Digitalizzazione, quale strumento trasversale per meglio realizzare queste riforme.

 

Concorrenza: ddl a luglio, più gare servizi pubblici

La legge annuale sulla concorrenza introdotta nel 2009 dovrà essere effettivamente presentata ogni anno. La prima arriverà entro il 15 luglio 2021 e conterrà misure per la "realizzazione e gestione di infrastrutture strategiche, la rimozione di barriere all'entrata nei mercati, la concorrenza e i valori sociali", come si legge nella bozza del Pnrr. Il governo punta in particolare ad incentivare le gare per i servizi pubblici, compreso il Tpl. 

Un Centro di eccellenza per le epidemie

Nei piani, anche quello di individuare un Centro di eccellenza per le epidemie. "L'andamento delle epidemie nel XXI secolo - si legge - segnala la necessità di un'attenzione particolare alla circolazione e diffusione dei virus, in particolare dovuti a fenomeni di spillover. L'individuazione, su base nazionale competitiva, di un centro di eccellenza per le epidemie consentirà una più pronta e efficace risposta della comunità scientifica nazionale rispetto al sequenziamento dei virus e alle correlate esigenze di ricerca e sviluppo per la cura e il contenimento delle conseguenti malattie". 

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Asili, scuole e palestre

Sempre secondo la bozza, si prevede di aumentare di 228mila posti l'offerta per la prima infanzia, di cui "152.000 per i bambini 0-3 anni e circa 76.000 per la fascia 3-6 anni". E poi la "costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense per un totale di circa 1.000" scuole per spingere il tempo pieno. Questi sono alcuni degli investimenti contenuti nella missione istruzione alla componente "aumento dell'offerta di servizi", che ha a disposizione complessivamente 19,88 miliardi. Tra le voci anche la costruzione o l'adeguamento strutturale di "circa 900 edifici da destinare a palestre o strutture sportive" anche per contrastare la dispersione scolastica. 

epa08231627 Citizens attend the euthanasia debate and vote in the Portuguese Parliament in Lisbon, Portugal, 20 February 2020. The Portuguese deputies discuss and vote, for the second time since 2018, on the decriminalization of medically assisted death.  EPA/MARIO CRUZ

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Nel 2026 dal Sud oltre un terzo del Pil

Inoltre il Pnrr prevede una riduzione del divario tra il Sud e il resto del Paese tanto che, alla fine del Piano, le regioni del Mezzogiorno potranno arrivare a contribuire al Pil nazionale per oltre un terzo. In base a elaborazioni del Dipartimento del Tesoro sui dati del modello MACGEM-IT contenute nella bozza del Piano, nel 2026 il Sud contribuirà per un punto percentuale al livello del Pil nazionale. 

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25 miliardi per i treni veloci, restyling 48 stazioni

Si prevede anche di dimezzare i tempi per il via libera ai progetti e tagliare le ore di viaggio da Nord a Sud, ma anche da Est a Ovest dell'Italia, per trasferire su ferro fino al 10% dei passeggeri e il 30% delle merci. Per la missione Infrastrutture del Piano dovrebbero essere stanziati circa 25 miliardi. Per costruire nei prossimi 5 anni "un sistema infrastrutturale più moderno, digitale e sostenibile" si guarda all'Alta velocità ma anche alle ferrovie regionali, all'aumento delle capacità dei principali nodi ferroviari in 12 aree metropolitane e al restyling di 48 stazioni. 

Turismo, hub digitale e risorse per giovani

Previsto anche un Hub del turismo digitale, accessibile attraverso una piattaforma web dedicata, che consenta il collegamento dell'intero ecosistema turistico. Previsti, inoltre, crediti d'imposta su investimenti volti migliorare le infrastrutture di ricettività, prestiti a tasso agevolato e investimenti diretti per progetti su sostenibilità climatica e digitalizzazione; risorse dedicate a sostenere operazioni di consolidamento tra le PMI e la creazione di nuove imprese da parte dei giovani under 35.

 

Per beni culturali restauri e digitalizzazione

Previsti anche il restauro e la rifunzionalizzazione dei complessi a elevata valenza storica e architettonica e la digitalizzazione del patrimonio informativo di archivi, biblioteche, musei, secondo le linee di intervento per il patrimonio culturale, previsti dal Piano, con uno stanziamento di 1,10 miliardi di euro. Sono invece 2,42 i miliardi destinati alla rigenerazione culturale di piccoli siti turistici e culturali, aree rurali e periferie urbane. 

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