
Bonus Inps, novità da febbraio: il contributo di 100 euro anche ai disoccupati Naspi
Come deciso dalla legge di Bilancio 2021, è stata ampliata la platea dei beneficiari: spetta anche a chi percepisce la Nuova assicurazione sociale per l’impiego e il tetto di reddito è stato alzato a 40.000 euro. L’importo, per un massimo di 1.200 euro annuali, varia proprio in base al reddito del richiedente. Non serve fare domanda: chi è disoccupato lo riceverà direttamente dall’Inps sul conto corrente, i dipendenti lo vedranno invece in busta paga

Il bonus Inps da massimo 100 euro mensili, ex bonus Renzi che ora si chiama bonus Irpef, spetta anche ai disoccupati Naspi: è questa la novità che, grazie alla legge di Bilancio 2021, diventa operativa dal 23 febbraio
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Il bonus da massimo 1.200 euro annuali, quindi, andrà anche a chi percepisce la Nuova assicurazione sociale per l’impiego, cioè l’assegno mensile di disoccupazione
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La Naspi spetta a tutti coloro che perdono il lavoro per cause non imputabili alla propria volontà e che hanno 13 settimane contributive negli ultimi 4 anni, oltre a 30 giorni di lavoro effettivo nell’ultimo anno. Ha un importo pari al 75% della media delle retribuzioni percepite negli ultimi 4 anni. Da febbraio, appunto, a questo importo si aggiunge, per chi rientra nei requisiti, anche il bonus da massimo 100 euro
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La platea dei beneficiari del bonus Inps è stato ampliato ancora di più: oltre ad ammettere i disoccupati Naspi, il tetto di reddito è stato alzato a 40.000 euro
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Il bonus Inps di massimo 100 euro mensili spetta a chi è titolare di un rapporto di lavoro subordinato e a chi ha perduto il lavoro non per sua volontà (quindi non si è licenziato). Rientrano anche i lavoratori delle cooperative, i dipendenti pubblici a tempo determinato e chi opera in regime forfettario
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Non hanno diritto al contributo le persone che percepiscono i redditi da pensione (di cui all’articolo 49, comma 2, lett. A del TUIR), i titolari di redditi professionali e di redditi prodotti da titolari di partita Iva in forma autonoma o di impresa

L’importo del bonus può arrivare a 100 euro mensili, ma varia a seconda degli scaglioni nei quali il richiedente si inserisce. La cifra, infatti, diminuisce in base al reddito: è massima per chi si trova in una fascia di reddito superiore agli 8.174 euro fino ai 28.000 euro; è di 80 euro per chi ha un reddito compreso tra i 28.000 e i 35.000 euro; scende fino ad azzerarsi tra i 35.000 e i 40.000 euro

Il diritto al bonus deriva da un calcolo presunto, quindi è soggetto al conguaglio di fine anno: se chi lo ha ricevuto non ne aveva diritto, dovrà restituire automaticamente il bonus. Il calcolo del reddito presunto avviene moltiplicando l’imponibile fiscale mensile per il numero delle mensilità che si prevede di percepire. Il risultato determina il reddito annuo complessivo dal quale si verificherà se si ha diritto o meno al bonus
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In generale, chi dispone solo della Naspi dovrebbe rientrare nei requisiti per il bonus. Chi percepisce altri redditi, invece, deve fare attenzione: la simulazione del reddito sarebbe falsata e il rischio è di ricevere il bonus anche se non se ne ha diritto. A quel punto, dopo il conguaglio di fine anno (quando verranno presi in considerazione tutti i redditi effettivamente percepiti), bisognerà restituire i soldi. Per questo motivo, è consigliabile valutare la propria situazione e, nel caso, presentare all’Inps la rinuncia al bonus

Il bonus viene riconosciuto sotto forma di detrazione fiscale, una sorta di bonus Irpef. Non è necessario presentare una domanda per ottenerlo: per i disoccupati dal 23 febbraio è direttamente l’Inps (che agisce come sostituto d’imposta) a erogare il contributo e gli aventi diritto lo riceveranno sul conto corrente (separatamente dal pagamento mensile della Naspi). Per chi non è disoccupato, invece, è il datore di lavoro privato a riconoscere il bonus Irpef nel cedolino e il dipendente lo vedrà in busta paga