
Il Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep), proposto per la prima volta nel 2012, include le 10 economie dell’area ASEAN insieme a Cina, Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Australia. I 15 Paesi rappresentano il 30% circa del Pil globale. Pechino potrebbe così estendere ulteriormente la sua influenza, l’India non ha firmato

Quindici Paesi dell'Asia-Pacifico hanno firmato uno dei più grandi accordi di libero scambio al mondo, visto come un'occasione per la Cina di estendere l'influenza
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Proposto per la prima volta nel 2012, l'accordo è stato siglato alla fine di un vertice dei Paesi del sudest asiatico, con diversi leader impegnati a risollevare le economie colpite dalla pandemia del Covid-19

Nel mezzo di una crescente tendenza globale al protezionismo, i Paesi partecipanti sono diventati più motivati a promuovere il libero scambio

L'accordo comprende 20 capitoli di regole che coprono dal commercio di beni, investimenti e commercio elettronico alla proprietà intellettuale e agli appalti pubblici, con l'obiettivo di aumentare l'interazione economica basata su regole tra i membri, con la prospettiva di entrare in vigore quando tutti i firmatari lo avranno ratificato

Per Cina e Giappone, rispettivamente prima e seconda economia asiatica, il Rcep è il primo accordo di libero scambio a metterle in contatto

I media ufficiali di Pechino dicono che il successo del "mega accordo Rcep è una vittoria per il multilateralismo e il libero scambio, con Paesi, compresi gli alleati degli Usa, che hanno assestato un colpo al protezionismo e al bullismo economico perseguito dagli Usa e da altri", ha scritto il tabloid nazionalista Global Times, aggiungendo su Twitter che "il Rcep aiuterà la regione dell'Asia-Pacifico a prendere la leadership globale nella ripresa post Covid-19 e a ridurre l'egemonia Usa nella regione"
