
Gli uomini più ricchi del mondo li conosciamo. Bezos, Gates, Zuckerberg, e tutti gli altri. Ma non tutti i miliardari hanno vita facile. Quando si raggiunge un patrimonio di questa entità infatti i soldi non sono accumulati su un conto corrente, ma vengono investiti. E dunque possono essere anche persi, se le cose si mettono male. Il sito commodity.com, che pubblica guide su investimenti e scambi, ha raccolto in una lista i 6 ex miliardari che hanno perso tutto.

Björgólfur Guðmundsson, islandese di 79 anni, nel 2008 godeva di un patrimonio di 1,1 miliardi di dollari. Ma a causa del collasso del settore bancario islandese dopo la crisi finanziaria ha perso la sua ricchezza andando in bancarotta.
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Allen Stanford, americano di 70 anni, aveva più di 2 miliardi di dollari nel 2008, grazie agli investimenti nel settore immobiliare e in quello assicurativo. Ma la sua società è stata condannata per frode e Stanford condannato a 110 anni di carcere.
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Séan Quinn, irlandese di 73 anni, totalizzava 6 miliardi di dollari nel 2008. Una ricchezza basata sulle costruzioni e sulle assicurazioni. Ma la bolla immobiliare irlandese del 2008 non gli è stata d’aiuto: ha perso la sua intera ricchezza famigliare.

Eike Batista, brasiliano di 64 anni, aveva 34 miliardi e mezzo di dollari nel 2012. Secondo Bloomberg era l’ottava persona più ricca del mondo. Fonti? Estrazione e petrolio. Ma secondo commodity.com, nel settembre 2014 a Batista era rimasto solo un debito di 1 miliardo.

Yasumitsu Shigeta nel 2000 dichiarava circa 42 miliardi di dollari. Aveva infatti investito in aziende produttrici di telefoni cellulari, in particolare la Hikari Tsushin. Ma fu vittima della bolla tecnologica e nel 2009 il suo patrimonio valeva “solo” 600 milioni.

Masayoshi Son, giapponese di 63 anni, poteva contare su 78 miliardi di dollari. Soldi guadagnati grazie agli investimenti in software house e compagnie telefoniche. Ma anche lui è stato bruciato dalla bolla tecnologica che gli fece perdere 70 miliardi.