
Industriali e sindacati hanno posizioni diverse sulla ripresa dell’Italia in autunno. Per l’economista Fabrizio Pagani ci sono quattro aree fondamentali da tenere sotto controllo: lavoro, istruzione, demografia e sostenibilità. Per la ripartenza bisognerebbe avere un quadro organico di riforme in “questi quattro grandi cantieri”

Le previsioni e le idee sulla ripresa economica dell’Italia sono diverse tra sindacati e industriali. Gli imprenditori si dicono cautamente ottimisti e già vedono i primi timidi segnali di recupero, Cgil Cisl e Uil sono invece più cauti. Intanto l’economista Fabrizio Pagani suggerisce di tenere sotto controllo quattro aree: lavoro, istruzione, demografia e sostenibilità
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Per l’economista “ci sono due meccanismi fondamentali dell'economia di mercato che sono stati sospesi”, ossia lo stop ai licenziamenti e quello dei crediti. Alla luce di questi due fattori fondamentali, per Pagani "dobbiamo passare da un patchwork di bonus e di moratorie - che è stato anche necessario - a delle riforme strutturali. E queste riforme sono quelle che dovremmo presentare all'Europa nell'ambito del Recovery Fund"
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"Se noi riusciremo ad avere un quadro organico di riforme” riguardo al lavoro, all’istruzione, alla demografia e alla sostenibilità “potremmo far ripartire non solo la nostra economia, ma la nostra comunità”, sostiene l’economista
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Cauto ottimismo è stato invece espresso dal presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz che vede nella “disponibilità da parte del governo di ingenti quantità di denaro da poter riversare a livello di investimenti e sostegno nel nostro Paese" e in "un autunno che vedrà cambiamenti profondi" delle opportunità se prima si ripenserà alle strategie da seguire
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“Abbiamo non solo la necessità ma anche il dovere di pensare come le nostre filiere possano adeguarsi a uno scenario così tanto cambiato”, ha detto Dal Poz, per questo motivo "vediamo anche i timidi segnali di ripresa in molti mercati, incluso l'automotive, come dei segnali importanti a cui aggrapparci per il prossimo futuro”

Positivo anche Pietro Ferrari, presidente di Confindustria Emilia Romagna, secondo cui le previsioni per le filiere del Made in Italy legate all'export sono “positive per il secondo semestre, con un calo ovviamente rispetto al secondo semestre del 2019, ma di ripresa comunque rispetto ai primi sei mesi dell’anno"

Ottimistiche sono anche le prospettive per le imprese di costruzioni che hanno impegni con società private industriali che “hanno ripreso abbastanza positivamente perché stanno cercando di recuperare i quasi tre mesi di confinamento e di blocco dei lavori”, ha detto all’Agi Ferrari

Al contrario ci sarebbe una “una grande difficoltà”, sempre secondo Ferrari, per quanto riguarda tutti i servizi (alberghi, bar, ristoranti) e la parte che non è rilevantissima in termini di Pil ma molto rilevante in termini occupazionali

Sindacati e industriali sono comunque d’accordo sulle priorità da seguire i cui temi fondamentali sarebbero sostanzialmente due: riforma fiscale e taglio del cuneo fiscale

"Il blocco dei licenziamenti non può mai essere visto di buon occhio perché i posti di lavoro non si mantengono e non si creano per decreto - sostiene Dal Poz - ma si tutelano e si sostengono se ci sono le condizioni di mercato, di finanza, di fiducia necessari per il mantenimento degli stessi"

Per il presidente di Federmeccanica sarebbe, invece, “un grande sostegno” per l'occupazione il taglio del cuneo fiscale che “significa, prima di tutto, sostegno alla fiscalità dei nostri dipendenti e poi rendere il meno gravoso possibile per le imprese tutta la fiscalità legata al lavoro”

Sindacati e imprenditori chiederebbero quindi una riforma del fisco capace di alzare i salari e le pensioni attraverso, per esempio, la detassazione degli incrementi contrattuali e impegno su una seria lotta all’evasione

I sindacati e Federmeccanica hanno chiesto al governo un momento di ascolto “per poter essere concreti e chiari nel spiegare quali sono le necessità delle nostre imprese”

Dalla Uil, il segretario generale designato Pierpaolo Bombardieri ha ribadito che per il 18 settembre si sta organizzando una manifestazione a sostegno della necessità di un incontro con il governo

Bombardieri ha ricordato che ci sono “10 milioni di lavoratori che hanno il contratto scaduto e quindi questa è la prima emergenza”