
Coronavirus, bene turismo in montagna e nei borghi. Crollo per le città d'arte e il mare
Senza i turisti stranieri, le città d'arte italiane sono quelle che soffrono maggiormente in questo periodo, insieme alle località di mare. Il turismo montano, al contrario, intercetterà il 60% dei visitatori dal mercato interno, così come buone sono le previsioni per i piccoli borghi

Estate difficilissima per le destinazioni costiere e le città d'arte italiane. Tutta colpa del coronavirus e delle sue conseguenze, dalla chiusura dei voli aerei alla quarantena prevista per gli arrivi extra-Schengen che limitano gli arrivi dall'estero. In Italia a resistere saranno la montagna e i piccoli borghi sparsi per lo Stivale
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Secondo Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani) la montagna è la meno colpita dal trend negativo del turismo (-39% sul 2019), rispetto alle destinazioni costiere (-51%) e alle città d'arte (-49%) maggiormente dipendenti dai turisti che vengono da oltreoceano
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Il turismo montano va bene e intercetterà il 60% dei visitatori dal mercato interno, consolidando un trend positivo e confermandosi la destinazione adatta in questo periodo post pandemico
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Se la montagna conserva il suo appeal, lo stesso può dirsi anche per i borghi e le piccole località, come Matera (in foto), che saranno prese d'assalto da due italiani su tre
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Le note dolenti sono riferite invece alle città d'arte, spiega l'ultima indagine condotta dal Centro studi turistici per Assoturismo Confesercenti sulla disponibilità di camere sui portali delle principali agenzie online gli ultimi fine settimana di luglio: flussi praticamente dimezzati rispetto allo scorso anno
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Dal rapporto del Centro studi turistici emerge che il turismo si è ridotto quasi della metà nelle principali mete culturali, come Roma (in foto), con -8,5 milioni di presenze rispetto al 2020. Particolarmente pesante, in questo caso, il calo degli stranieri
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"Centri storici delle città d'arte al collasso, occorre una 'terapia intensiva'" scrive Assoturismo, secondo cui ad attestare la crisi delle mete culturale è quel 51% delle stanze disponibili prenotate. Va meglio in centri più piccoli come Perugia (in foto), con il 54% delle camere disponibili prenotate

Secondo le stime Assoturismo-Cst, nel trimestre estivo 2020 (giugno-luglio-agosto) nelle sole Roma, Venezia, Firenze, Milano (in foto) e Napoli si registreranno circa 8,5 milioni di presenze in meno rispetto allo stesso periodo del 2019

Si conferma la tendenza a spostamenti brevi, di 2 o 3 notti, scegliendo località possibilmente a breve distanza da casa

Se a soffrire di più sono le mete più turistiche come Roma o Firenze, altre città come Bologna (in foto), stanno reggendo. Nel capolouogo emiliano ci sono il 49% delle strutture prenotate per fine luglio




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