Autostrade, inviata nuova proposta: ipotesi riduzione quote di Atlantia sotto il 50%

Economia
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Il cda di Autostrade ha approvato sabato la nuova offerta, in corso di invio alle istituzioni governative competenti. Secondo alcune indiscrezioni di Reuters i Benetton potrebbero scendere addirittura al 30% ipotizzando un aumento di capitale che consentirebbe di diluire le loro quote in Aspi, con l'ingresso di un investitore statale. Tra l'ipotesi l'intervento di una cordata guidata da Cdp. Nel weekend scade l'ultimatum del governo

Con l'ultimatum confermato dal governo per il weekend, Atlantia ha messo a punto una nuova proposta per risolvere la disputa sulla concessione delle autostrade. In  tarda mattinata è terminato il cda di Autostrade per l'Italia, in cui il Consiglio ha approvato la nuova offerta, in corso di invio alle istituzioni governative competenti nella giornata odierna. Nella proposta, secondo indiscrezioni pubblicate dalla Reuters, Atlantia si dice pronta a tagliare la propria quota in Aspi sotto il 50% dall'attuale 88% per fare posto a un investitore statale. Fra le ipotesi c'è anche quella di una discesa sotto il 30%, ipotizzando un aumento di capitale che consentirebbe di diluire le quote di Atlantia. Per il premier Giuseppe Conte, se la società non presenterà "una proposta irrinunciabile", "l'esito è scontato": la revoca della concessione.

Le ipotesi per diluire la quota di Benetton in Aspi

Alla famiglia Benetton, che controlla Autostrade attraverso Atlantia a sua volta controllata dalla Holding Edizione, ora verrebbe quindi chiesto di ridurre il peso delle azioni detenute e lasciare il controllo della società. Il Governo vorrebbe passare dall'88% attuale ad una percentuale inferiore, almeno al 50% e per riuscirci servirebbe l'ingresso di nuovi soggetti che, investendo in Autostrade, possono diluire la quota dei Benetton. Se, infatti, il nuovo investitore mettesse a disposizione capitale fresco la percentuale in mano gli altri soci si ridurrebbe di conseguenza e questa potrebbe essere la strada preferibile per il Governo. L'alternativa, infatti, un acquisto dell'azione dei Benetton, significherebbe pagare direttamente la famiglia veneta, una soluzione che appare incompatibile con la posizione del Movimento 5 Stelle.

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Le richieste del governo

Intanto il governo ha confermato l'ultimatum ad Atlantia e aspetta una nuova proposta "vantaggiosa per lo Stato" già oggi, da portare all'esame del Consiglio dei ministri in settimana, probabilmente martedì. L'esecutivo avrebbe chiesto, come base del negoziato, un adeguamento delle tariffe a quanto stabilito dall'Autorità per i Trasporti, con remunerazione degli investimenti effettuati, e conseguente riduzione dei pedaggi del 5-10% e almeno 2 miliardi di risarcimento danni. Nello schema dell'intesa ci potrebbe essere anche l'intervento indiretto da parte dello Stato attraverso una cordata guidata da Cdp, che potrebbe fare una operazione di conversione del debito, cui si potrebbero affiancare altri fondi

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