
Auto aziendali, allarme delle società di noleggio: senza salvaguardia 70.000 vetture in meno
La stretta fiscale sui noleggi a lungo termine porta ad un 30% in meno di immatricolazioni e una perdita di 2,7 miliardi di Pil. Lo denunciano le Associazioni che rappresentano il mercato dell’autonoleggio. Protestano anche le case automobilistiche e le concessionarie auto che si trovano a gestire migliaia di ordini ed immatricolazioni in base ad una normativa che “penalizza l’87% delle autovetture aziendali in uso promiscuo” sottolinea Aniasa, l’Associazione che rappresenta l’industria dell’autonoleggio. “La clientela del noleggio a lungo termine - si legge nella nota - sta provvedendo a una proroga generalizzata dei contratti, e stima nel solo 2025 una riduzione di immatricolazione pari al 30%, circa 70.000 autovetture in meno sul 2023. Parliamo di 2,7 miliardi in meno di Pil”.
La clausola di salvaguardia per le auto aziendali
All’esame della Camera nel decreto Bollette la clausola di salvaguardia per dipendenti e imprese che hanno prenotato un veicolo aziendale da concedere in uso promiscuo prima del 31 dicembre 2024. Come spiega, il Sole24ore, la data di consegna del 30 giugno 2025 potrebbe generare disparità di trattamento tra chi ha prenotato comunque l’auto entro fine 2024 come chiede il correttivo ma avrà la consegna dopo la scadenza di fine giugno.

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L’alternativa
Il presidente della commissione Attività Produttive, Alberto Gusmeroli (Lega), ha dichiarato l’inammissibilità del correttivo per estraneità di materia rispetto al decreto Bollette. IL viceministro all’economia, Maurizio Leo, si è detto disponibile a definire il quadro normativo sui costi chilometrici sulle auto aziendali in uso promiscuo ai dipendenti tanto da far lavorare i tecnici del Mef all’emendamento Osnato dichiarato inammissibile ma su cui lo stesso Osnato attende per le ore 20 del 26 aprile l’esito del ricorso per un ammissibilità in extremis nel Dl Bollette. Se il tentativo dovesse fallire ancora la strada percorribile, suggerita anche da Aniasa, resterebbe quella dell’annunciato decreto legge sugli acconti Irpef, che comunque dovrebbe arrivare solo dopo la presentazione del Def e dunque dopo il 10 aprile.
