Autostrade, l'ultimatum del governo: "Proposta entro il weekend o scatta la revoca"

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L'esecutivo detta ad Aspi le condizioni per evitare la revoca della concessione. Il premier Conte, a La Stampa, ha chiarito che la vicenda "si trascina da troppo tempo" e che "la procedura di revoca è stata avviata e ci sono tutti i presupposti per realizzarla, perché gli inadempimenti sono oggettivi, molteplici e conclamati". Al Mit incontro di due ore tra esponenti del governo e i vertici della società

Una nuova proposta entro il weekend, che tuteli l'interesse pubblico, a partire dalla revisione delle tariffe, da risorse compensative e da un cambio di passo su manutenzione e controlli. È questo, secondo quanto apprende l'Ansa da fonti vicine al dossier, l'ultimatum del governo ad Aspi per evitare la revoca della concessione. Le proposte avanzate finora, sarebbe stato ribadito al tavolo, non sono ritenute soddisfacenti e non possono in alcun modo interrompere la procedura di risoluzione della concessione. Ad anticipare la linea del governo sulla vicenda della concessione ad Aspi e della parallela gestione del nuovo Ponte di Genova, era stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un colloquio con La Stampa. "La procedura di revoca è stata avviata e ci sono tutti i presupposti per realizzarla", ha sottolineato Conte. Intanto è durato circa due ore l'incontro convocato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con Aspi. Hanno partecipato i capi di gabinetto di Mit e Mef, Alberto Stancanelli e Luigi Carbone, e il segretario generale di Palazzo Chigi, Roberto Chieppa. Presenti sia l'ad di Autostrade per l'Italia, Roberto Tomasi, sia l'amministratore delegato della capogruppo Atlantia, Carlo Bertazzo.

Conte: "Decisione importante che porteremo in Cdm"

Secondo Conte gli inadempimenti di Aspi "sono oggettivi, molteplici e conclamati. Quindi o arriva una proposta della controparte che è particolarmente vantaggiosa per lo Stato oppure procediamo alla revoca, pur consapevoli che comporta insidie giuridiche". Alla domanda su quando si potrebbe decidere sulla revoca, il presidente ha chiarito che avverrà "entro questo fine settimana". Ed "è una decisione di tale importanza che la porteremo in Consiglio dei Ministri".

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La decisione della Corte Costituzionale

L'8 luglio la Corte Costituzionale ha stabilito che non è illegittima l'esclusione di Aspi dalla ricostruzione del nuovo ponte di Genova dipo il crollo del Morandi. La pronuncia della Consulta è arrivata dopo il rinvio del Tar a cui si era rivolta Autostrade per l'Italia che aveva fatto ricorso sull'esclusione della società. La sentenza è arrivata proprio il giorno in cui la ministra per le Infrastrutture aveva confermato che la gestione del nuovo viadotto del capoluogo ligure sarebbe andata temporaneamente ad Aspi, in quanto attuale concessionario.

Le polemiche sulla gestione del ponte di Genova ad Aspi

La decisione di affidare per il momento la gestione del nuovo viadotto, ex Morandi, ricostruito dopo il crollo del 14 agosto 2018 in cui persero la vita 43 persone, ad Autostrade per l'Italia ha spaccato la politica. Il centrodestra e il M5S sono contrari a riaffidare la concessione alla società che gestiva il ponte all'epoca dell'incidente. De Micheli, invece, ha spiegato in una lettera al sindaco di Genova Marco Bucci che "la gestione va al concessionario, che oggi è Aspi", ma solo per non ritardare l'apertura del viadotto, prevista per l'1 agosto.

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Toninelli: "De Micheli delude profondamente"

L'ex ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ai microfoni di una trasmissione radio, ha espresso profonda delusione sulla decisione di De Micheli. "Se fossi ancora al Ministero quelli di Aspi non l'avrebbero visto neanche col binocolo il nuovo ponte di Genova, perché sarebbe stato già concluso l'iter di revoca - ha detto - così come siamo stati in grado di vietare per legge di farglielo ricostruire, saremmo stati anche in grado per legge di evitare di riconsegnarglielo". 

Crollo in Borsa di Atlantia dopo la decisione della Consulta

All'indomani della decisione della Corte Costituzionale, Atlantia, la holding che controlla Aspi, scende in Borsa. Il titolo, in un listino nel complesso in leggero aumento, segna in avvio di seduta un calo del 5,21% a 13,5 euro con il futuro della concessione di Aspi che appare oggi ancora più in bilico. Poco dopo è scivolata a -7,3% fino ad andare in asta di volatilità.

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