
Fase 3, bar e ristoranti in difficoltà: fatturato dimezzato per un'impresa su tre
Secondo un sondaggio condotto tra circa 300 imprese associate a Fiepet, le attività legate al cibo faticano a riprendersi dopo il lockdown, complice anche il calo di turisti e il fatto che molti lavoratori siano ancora in smartworking. Un'impresa su tre registra un calo di oltre la metà del fatturato e il 21,8% - oltre due attività su dieci - teme la chiusura

Mancano sia i lavoratori che i turisti, così bar, ristoranti e le altre attività legate al cibo, soprattutto nelle mete turistiche, nei centri cittadini e nei quartieri ad alta densità di uffici, vanno in crisi. Un'impresa su tre registra un calo di oltre la metà del fatturato e il 21,8% - oltre due attività su dieci - teme la chiusura. È quanto emerge da un sondaggio condotto tra circa 300 imprese associate a Fiepet, la Federazione italiana dei pubblici esercizi aderente a Confesercenti
Come stanno andando ristoranti e bar dopo le riaperture
Se la situazione dovesse continuare, l'87,5% degli intervistati valuterà di ridurre i dipendenti definitivamente
IL SONDAGGIO DI FIEPET
A pesare è lo svuotamento delle città. Quest'estate, calcola sempre Fiepet, mancheranno all'appello, oltre ai circa 11 milioni di turisti stranieri, almeno 1,6 milioni di dipendenti pubblici che saranno in smartworking per via dell'emergenza Coronavirus
Pubblici esercizi, incassi più che dimezzati
Un fenomeno, questo, evidente soprattutto nei grandi centri: i lavoratori agili a Roma (foto) sono quasi mezzo milione
Ristoranti e bar: le regole per riaprire. FOTO
Mentre a Milano (foto) i lavoratori agili sono circa 269mila

Se la situazione non dovesse stabilizzarsi al più presto, il 62,1% delle imprese teme di dover rinunciare alla propria attività

Nella foto, Fiumicino

Nella foto, un'attività a Milano

“La situazione è critica: le attività non possono durare a lungo in questo stato”, commenta Giancarlo Banchieri, Presidente di Fiepet Confesercenti

“È urgente", aggiunge, "trovare delle soluzioni. In primo luogo, dobbiamo rinforzare e prolungare le misure di sostegno per le imprese e per i lavoratori: il periodo di cassaintegrazione sta per finire, e se la fase critica continuerà molti imprenditori saranno costretti a ridurre il numero dei dipendenti”

“La nostra proposta è di estendere anche alle attività di somministrazione gli sgravi contributivi già previsti per il turismo agli imprenditori che riassumono i dipendenti in cassa integrazione. Così si sostiene chi riapre e lo Stato avrà meno persone in cassaintegrazione”, spiega Banchieri

Nella foto, Napoli

Nella foto, Torino