Dl rilancio, Misiani a Sky TG24: serve fase 2 di riforme. VIDEO

Economia

"C'è voluto del tempo per nodi politici e tecnici per approvare un provvedimento che è molto importante: 55 miliardi sono più di 3 volte dell'ultima legge bilancio", ha detto a Sky TG24 Economia il viceministro all’Economia 

È servito molto tempo per approvare il decreto Rilancio perché “abbiamo dovuto sciogliere dei nodi politici, come abbiamo visto negli ultimi giorni, come sull’articolazione del pacchetto di aiuti alle imprese o sulla questione della regolarizzazione dei lavoratori in agricoltura, delle colf e delle badanti. Abbiamo dovuto anche affrontare dei problemi tecnici non banali, uno tra tutti l’aggiornamento del Temporary Framework, le regole europee sugli aiuti di Stato, che è arrivato pochi giorni fa e che era un elemento importante per tarare e configurare gli interventi per la liquidità e i contributi a fondo perduto per le imprese. Un insieme di fattori politici e fattori tecnici di un decreto che è molto importante importate: 55 miliardi sono più di 3 volte dell'ultima legge bilancio”. Lo ha detto a Sky TG24 Economia il viceministro all’Economia Antonio Misiani.

 

Nel decreto Rilancio “c’è anche un'idea di politica industriale che non è, per quanto riguarda in particolare le medie imprese, l'ingresso dello Stato nel capitale sociale e nei cda, ma è un affiancamento dello Stato nel rafforzamento patrimoniale delle imprese, che è un limite storico delle imprese italiane che sono creative, esportano e sono una forza del nostro sistema economico, ma sono fragili finanziariamente e dal punto di vista patrimoniale. Abbiamo previsto uno sconto fiscale per chi apporterà capitali privati nelle imprese, una garanzia statale per eventuali perdite e la possibilità dello stato di sottoscrivere, non azioni, ma strumenti finanziari partecipativi ibridi assimilabili a prestiti ma che fanno patrimonio netto”. Lo ha detto a Sky TG24 Economia il viceministro all’Economia Antonio Misiani.

“La presenza dello Stato – ha spiegato Misiani - è una presenza transitoria a tempo e la vogliamo la meno invasiva possibile. Non è lo stato azionista per quanto riguarda le medie imprese. C’è anche la possibilità di ingresso nel capitale di grandi aziende tramite Cassa Depositi e Prestiti, ma sono operazioni simili a quelle che stanno facendo anche altri Paesi come la Germania in condizioni di eccezionalità”.

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“Dobbiamo fare un bilancio del decreto Cura Italia. Il contributo agli autonomi, dopo le difficoltà dei primi giorni, ha funzionato ed è stato pagato ad oltre tre milioni e mezzo di persone ed è la più grande operazione fatta in Europa a sostegno del mondo del lavoro autonomo. Hanno funzionato i congedi parentali e il voucher baby sitter, mentre non sta funzionando la cassa integrazione in deroga e infatti, con il decreto approvato ieri, cambiamo il funzionamento della cassa in deroga, che fino ad oggi era gestita dalle Regioni insieme all’Inps, ora procediamo a centralizzare il meccanismo. Anche perché le Regioni si sono mosse in ordine sparso, quindi siamo stati costretti a cambiare le regole perché si è creata una situazione inaccettabile di ritardi”. Lo ha detto a Sky TG24 Economia il viceministro all’Economia Antonio Misiani.

“Sul credito il panorama è differenziato – ha aggiunto Misiani-. La moratoria sta funzionando bene, abbiamo due milioni e duecentomila domande per 233 miliardi di prestiti a imprese e famiglie che, grazie alla moratoria, saranno congelati e prorogati. L’1% di queste domande è stato rigettato ma la quasi totalità è stata accolta o sarà accolta. Sta funzionando meno bene l’erogazione di nuovi prestiti, noi, sfruttando al massimo le nuove regole europee abbiamo portato al 100% la garanzia dello Stato con un meccanismo che per i prestiti fino a 25 mila euro abbiamo cercato di semplificare al massimo. Tutto è migliorabile e lo faremo in Parlamento, però la reazione delle banche è differenziata: alcune banche stanno facendo pubblicità ai prestiti garantiti dello Stato e altre banche remano contro o sono molto lente”.

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