Dazi, Cina aumenta tariffe. Trump:”Non si approfitterà più degli Usa”. Affonda Wall Street

Economia

Il Paese guidato da Xi Jinping, nonostante gli avvertimenti del tycoon, fa sapere: su alcuni beni americani per un totale di 60 miliardi di dollari graveranno dall'1 giugno dazi maggiorati. Lunedì nero sui mercati. Crollo per Uber, forti perdite anche per Boeing e Apple

"Non possiamo lasciare che la Cina si approfitti ancora degli Stati Uniti”. Donald Trump risponde così alla sfida lanciata da Pechino che ha annunciato nuovi dazi su 60 miliardi di dollari di prodotti 'Made in Usa’ dall'1 giugno. Una mossa, quella cinese, che affonda le piazze finanziarie mondiali alle prese con un vero e proprio lunedì nero: le borse europee chiudono tutte in rosso con Milano in calo dell'1,35%. Male anche Wall Street: il Dow Jones perde il 2,68% a metà seduta. A preoccupare è l'ipotesi di una guerra commerciale a tutto campo. Intanto, però, il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin risponde a chi gli chiede se la Cina continuerà ad acquistare titoli di Stato americani: “Presumo di sì”. Poi spiega: sono un "grande investimento".

La giornata nera di Wall Street

Nonostante l'avvertimento di Trump a non lasciarsi tentare da rappresaglie - perché sarebbe "solo peggio" - la Cina tira dritto. Pechino è il maggior creditore estero statunitense, con in portafoglio 1.100 miliardi di dollari di debito Usa. Un'arma potente da poter giocare nelle trattative. Ma allo stesso tempo un'arma rischiosa: se la Cina dovesse decidere di 'scaricare' o di ridurre gli acquisti di Treasury le ripercussioni sarebbero mondiali, e il rischio per Pechino sarebbe quello di perdere credibilità a livello globale. Un'altra strada che la Cina starebbe valutando di percorrere per colpire l'amministrazione Trump è Boeing, per la quale potrebbe ridurre gli ordini. Nel caso in cui decidesse di farlo, infliggerebbe uno schiaffo al gigante dell'aviazione che è già in difficoltà per i due incidenti degli ultimi mesi. E il timore che questo possa accadere affonda Boeing in Borsa. Trema a Wall Street anche Apple: Cupertino, considerata un'altra delle possibili vittime di una guerra commerciale, perde oltre il 5%. Uber perde oltre il 10%. Non si salva neanche Tesla: il colosso delle auto elettriche di Elon Musk affonda ai minimi degli ultimi anni con gli investitori che temono che le la guerra dei dazi possa travolgere anche l'industria automobilistica.

Trump: "Accordo quasi completo, poi passo indietro Cina"

Trump durante tutta la giornata su Twitter ha provato a dare rassicurazioni, invitando i consumatori ad acquistare 'Made in Usa’. ”L’accordo era quasi fatto e avete fatto un passo indietro. Evitate ritorsioni, o sarà solo peggio", ha anche scritto come avvertimento a Pechino sul rischio di una fuga delle aziende verso il "Vietnam o altri stati asiatici", per evitare i dazi americani. L'avvertimento del tycoon però non ha fermato i cinesi. Non passa neanche un'ora dai tweet di Trump che la Cina annuncia la stretta: a partire dall'1 giugno i dazi su una serie di prodotti americani saliranno al 20 o al 25% dall'attuale 10%. E questo - spiega il ministero del commercio cinese - in risposta "all'unilateralismo e al protezionismo commerciale americano". "Non soccomberemo alla pressione straniera", dice chiaramente il portavoce del ministero.

I nuovi dazi e la guerra commerciale Usa-Cina

Il 10 maggio sono entrate in vigore maggiorazioni dei dazi dal 10% al 25% su 200 miliardi di dollari di merci esportate dalla Cina verso gli Stati Uniti. Trump, su Twitter, aveva già agitato in quell'occasione lo spettro di ulteriori dazi al 25% sui restanti 325 miliardi di beni "made in China" importati negli Usa. Le merci cinesi erano già sottoposte a tariffe del 10% dal 24 settembre scorsoma Pechino e Washington avevano concordato una tregua sul loro innalzamento al 25% nel corso dell'incontro tra il presidente Usa, Donald Trump, e il collega Xi Jinping, a margine del vertice del G20 di Buenos Aires, l'1 dicembre scorso.

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