
Tragedia di Rigopiano, 5 anni fa la valanga che travolse l'hotel provocando 29 vittime
Il 18 gennaio 2017, 120mila tonnellate di neve distrussero il resort di Farindola, sul versante pescarese del Gran Sasso. Sopravvissero solo 11 persone delle 40 che si trovavano in quel momento nella struttura, anche a causa dei ritardi nei soccorsi. Quest’anno potrebbe arrivare la sentenza: sono 30 gli imputati accusati - a vario titolo - di omicidio, lesioni colpose plurime, disastro colposo, abusi edilizi e falso ideologico

Sono passati 5 anni dalla tragedia di Rigopiano, dalla valanga che quel 18 gennaio 2017 sulla montagna abruzzese travolse il resort di Farindola (Pescara), lasciando senza vita sotto le macerie 29 persone. I sopravvissuti sono 11. E il 2022 potrebbe essere l'anno della sentenza nel processo ai 30 imputati per il disastro, accusati - a vario titolo - di omicidio, lesioni colpose plurime, disastro colposo, abusi edilizi e falso ideologico. Ecco le tappe della vicenda
GUARDA IL VIDEO: La tragedia di Rigopiano, il 18 gennaio 2017
Sono le 16:41:59 del 18 gennaio 2017 quando, a seguito di alcune scosse sismiche, dal Monte Siella si stacca una valanga di 120mila tonnellate che scende a valle e alle 16:43:20 colpisce l'Hotel Rigopiano. Nella struttura ci sono 40 persone: 28 clienti, tra cui quattro bambini, e 12 membri dello staff
Rigopiano, ricostruita la tragedia: il disastro in un minuto e mezzo
In quei giorni l’Abruzzo è nella morsa del maltempo, con nevicate senza precedenti che hanno causato disagi e blackout in diverse zone. Alle 17.08 del 18 gennaio, Giampiero Parete, un cuoco in vacanza che si è salvato perché si trova nel parcheggio, lancia l'allarme al 118: dice che l'albergo è crollato a causa di una valanga
All'asta vini e oggetti scampati a tragedia dell’Hotel Rigopiano, choc dei parenti vittime
Due minuti dopo la prefettura chiama l'albergo, ma nessuno risponde. Poi viene contattato il direttore dell'hotel Rigopiano, Bruno Di Tommaso, che dice di essere a Pescara e di non sapere nulla
Rigopiano, papà porta fiori dove è morto il figlio: multa da 4550 euro
Alle 18.03 Parete chiama il suo titolare Quintino Marcella, che contatta più volte il 112 e il 113. Alle 18.08 e alle 18.20 Marcella parla in due occasioni con la prefettura di Pescara, ma in entrambi i casi la funzionaria considera la richiesta d'aiuto come un falso allarme

Solo alle 18.57 un volontario della Protezione civile crede alle parole di Marcella. Le squadre del Soccorso alpino partono con le ciaspole e gli sci, ma raggiungono l’hotel Rigopiano solo all'alba del 19 gennaio. Poi arriva la colonna dei soccorritori, dietro le turbine che hanno lavorato tutta la notte per pulire e liberare la strada

Due persone, che si trovavano fuori dall’hotel, vengono subito tratte in salvo: sono Parete e il tuttofare dell’hotel Fabio Salzetta. Il 20 gennaio i vigili del fuoco estraggono vivi 5 superstiti: la moglie e i due figli di Parete - Adriana Vranceanu, Gianfilippo e Ludovica - e altri due bambini, Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo. Successivamente vengono trovati altri quattro superstiti: Vincenzo Forti, Francesca Bronzi, Giorgia Galassi e Giampaolo Matrone, quest'ultimo rimasto intrappolato sotto la neve per 62 ore

Le operazioni di recupero terminano il 25 gennaio, esattamente una settimana dopo la slavina. Il bilancio ufficiale è di 29 morti e 11 sopravvissuti

Prosegue intanto l’iter giudiziario: il 28 gennaio 2022 si torna in aula nel Tribunale di Pescara. Dei 30 imputati sono 29 quelli che hanno scelto il rito abbreviato: rappresentanti della Regione Abruzzo, della Provincia di Pescara, della Prefettura di Pescara e del Comune di Farindola, alcuni rappresentanti dell'albergo distrutto e 7 prefettizi accusati di depistaggio in un fascicolo poi riunito al procedimento madre

Il rito abbreviato sarà discusso davanti al giudice per l'udienza preliminare Gianluca Sarandrea, prima, però, dovrà essere depositata la consulenza sulle perizie dell'accusa e del collegio difensivo. Il giudice ha nominato un collegio di periti per dirimere la questione riguardante l'origine della valanga del 18 gennaio, perché gli accertamenti peritali prodotti dall'accusa e dalle difese sono tra loro contrastanti

La perizia dell'accusa punta, tra l'altro, sulla mancata realizzazione della carta valanghe, sullo sgombero delle strade di accesso al resort in quota e sul presunto tardivo allestimento del centro coordinamento soccorsi; quella delle difese verte sulla fatalità, sul carattere imprevedibile del sisma che ha preceduto la valanga

"È un processo mastodontico, con trenta imputati che hanno diritto a verificare la produzione documentale, e ben 120 parti civili. Ci sono stati rinvii fisiologici dal punto di vista procedurale e la pandemia, nel 2020, non ha certo aiutato. Non sono stupito del fatto che si sia perso tutto questo tempo", spiega l'avvocato Camillo Graziano, legale di Alessio Feniello, padre di Stefano, una delle 29 vittime

"Qualcosa di meglio si poteva fare, ci sono state udienze che non sono servite a nulla. Ora il 28 gennaio il giudice, depositata la perizia e verificato l'esito, dovrebbe darci un calendario. Proprio perché c'è il rito abbreviato ora si dovrebbe poter fissare un'udienza a settimana. Naturalmente per i familiari vedere tanti rinvii basati su questioni tecniche è molto difficile. Ma il 28, finalmente, cominceremo a parlare di Rigopiano"