
Strage di Ustica, dalla tragedia ai processi: un mistero mai chiarito. LA FOTOSTORIA
Il 27 giugno 1980 il volo Dc-9 in viaggio da Bologna a Palermo precipita nelle acque internazionali tra l’isola di Ustica e quella di Ponza. Morirono tutte le persone a bordo: 77 passeggeri, tra cui 11 bambini, e i 4 membri dell’equipaggio. Decenni di indagini non hanno mai chiarito le cause della strage. Il capo dello Stato Mattarella: “Una tragedia che ha lasciato la Repubblica senza una verità univoca”

Il 27 giugno 1980, 77 passeggeri si imbarcano su un volo che da Bologna avrebbe dovuto portarli a Palermo. L’aereo, il Dc-9 I-Tigi Itavia, decolla alle 20.08 invece che alle 18.30, come previsto. Cinquantuno minuti dopo, scompare dai radar del centro di controllo aereo di Roma: è precipitato nelle acque internazionali del mar Tirreno, tra l’isola di Ponza e quella di Ustica. Decenni di indagini non sono ancora riusciti a chiarire le cause della tragedia
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"La strage di Ustica è impressa nella coscienza degli italiani come una tragedia straziante, che ha strappato alla vita ottantuno persone indifese, che ha gettato in un dolore indicibile i loro familiari, che ha lasciato la Repubblica senza una verità univoca capace di ricomporre appieno il quadro delle circostanze e dei responsabili", ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione dei 41 anni dalla strage
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Alle 20.56 del 27 giugno 1980, il comandante dell’aereo Domenico Gatti, parlando con gli operatori del centro “Roma Controllo”, non aveva evidenziato criticità: il volo, in viaggio a una quota di 7.500 metri, sarebbe arrivato allo scalo di Punta Raisi alle 21.13. Alle 20.59 dell’aereo non c’è più traccia
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La Difesa aerea di Martina Franca, provincia di Taranto, alle 21.21 riceve una comunicazione dal centro di Marsala: il volo con nominativo radio IH870 partito da Bologna non è ancora atterrato a Palermo. Alle 21.22 partono le operazioni di soccorso
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I primi elicotteri impegnati per le ricerche dell’aereo decollano alle 21.55. Navi e pescherecci in transito nella probabile zona di caduta del volo vengono dirottati su altre rotte. Il 28 giugno, alle 7.05, vengono avvistati i resti del DC 9 e ritrovati in mare i primi corpi delle vittime. Si scoprirà che tra le 81 persone presenti sull’aereo (77 passeggeri, di cui 11 bambini, e quattro membri dell’equipaggio), nessuno è rimasto vivo
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Due giorni dopo, il 30 giugno, vengono chiuse le operazioni di ricerca. I corpi recuperati dei passeggeri sono 39, insieme ad alcuni dei loro bagagli, al cono di coda dell’aereo e a vari relitti del velivolo. I resti dell’aereo, ricomposti in seguito in un “Museo della Memoria” a Bologna, erano a 3mila metri di profondità nel Tirreno

Al momento della scomparsa l’aereo era nel raggio d’azione dell’aeroporto di Ciampino e di due radar della difesa aerea: quello di Licola -Napoli- e quello di Marsala. Ancora oggi non si sa con precisione cosa sia accaduto durante il volo. L’istruttoria del giudice Priore nel 1999 si conclude con una sentenza di non luogo a procedere e bolla come “ignoti” gli autori della strage

Cosa può aver causato la caduta del Dc- 9? Forse un cedimento strutturale, un missile terra-aria, una battaglia tra jet militari che colpisce per sbaglio un volo civile oppure una bomba. Alcune sentenze civili che hanno accordato il risarcimento ai familiari delle vittime hanno accreditato l’ipotesi per cui l’aereo potrebbe essere stato colpito per errore durante una battaglia aerea militare

Alcuni giorni dopo, un Mig della flotta militare libica viene ritrovato alle pendici della Sila, in Calabria. Per le carte ufficiali la caduta è del 18 luglio 1980, ma alcuni dettagli non escludono che possa essere stato abbattuto in contemporanea al DC 9. Emerge che in quegli anni gli aerei libici sfruttavano la scia dei voli civili per sfuggire ai controlli dei radar Nato. Tuttavia, niente di tutto ciò è mai stato confermato

Varie registrazioni radar sono sparite durante gli anni di indagini e molti documenti che avrebbero potuto chiarire i punti bui della vicenda non sono mai venuti in possesso delle autorità giudiziarie. Si arriva a quel “non luogo a procedere” nel 1999: le cause della sciagura sono “esterne” all’aereo, nessun attentato o cedimento strutturale, così come nessuna presenza di bombe a bordo, può essere confermato

Il non luogo a procedere significa che ancora oggi nessuno è stato condannato come responsabile della strage. A complicare le indagini negli anni anche tentativi di depistaggi, per i quali però, come per il processo portante, non è stato individuato alcun colpevole. La Corte di Cassazione, nel 2007, mette un punto alla vicenda: non si è verificato alcun depistaggio vero e proprio

A essere condannati in sede civile sono stati il Ministero della Difesa e dei Trasporti, come responsabili per il risarcimento dei familiari delle vittime: non avrebbero agito correttamente per prevenire il disastro. Per i giudici civili della Corte d’Appello di Palermo, il volo fu abbattuto da un missile lanciato da un altro aereo che viaggiava sulla stessa rotta o da una quasi collisione tra velivoli militari