Secondo le accuse, due ex amministratori avrebbero compiuto "atti di disposizione patrimoniale sui beni" della società, di cui sono diventati "anche gli azionisti di maggioranza". E avrebbero "pressoché azzerato il patrimonio aziendale residuo derivante dai risarcimenti corrisposti" dai ministeri a seguito delle vicende giudiziarie correlate alla strage del 1980
Il Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Gdf ha eseguito un sequestro per circa 130 milioni di euro, emesso dal gip di Milano, nei confronti di "due componenti pro-tempore del Cda della società Aerolinee Itavia Spa", compagnia del Dc-9 di Ustica. Si indaga su "atti di disposizione patrimoniale sui beni" della Spa, spiega la Procura, "da parte degli amministratori che hanno ottenuto il controllo della gestione di Itavia". Avrebbero "azzerato il patrimonio aziendale" derivante "dai risarcimenti corrisposti" alla Spa "dai ministeri della Difesa e delle Infrastrutture e dei Trasporti" per la strage di Ustica del 1980.
Società svuotata dei soldi ottenuti
Oltre al decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip in un'inchiesta della Procura guidata da Marcello Viola, è stata anche eseguita "attività di perquisizione" nei confronti dei due ex amministratori della Aerolinee Itavia Spa, compagnia in liquidazione. I due, secondo le accuse, avrebbero compiuto "atti di disposizione patrimoniale sui beni" della società, di cui sono diventati "anche gli azionisti di maggioranza". E avrebbero "pressoché azzerato il patrimonio aziendale residuo derivante dai risarcimenti corrisposti" dai ministeri "a seguito delle vicende giudiziarie correlate alla strage di Ustica del 1980 in particolare deliberando due operazioni di finanziamento pregiudizievoli del patrimonio sociale, una da 130 milioni di euro (mai restituita) e l'altra da 45 milioni di euro (quest'ultima successivamente rimborsata), in favore di società a loro riconducibile". Avrebbero, in sostanza, svuotato la società di quei soldi ottenuti. Il finanziamento "da 130 milioni di euro veniva in particolare utilizzato - chiariscono i pm - anche per estinguere il prestito bancario utilizzato proprio per acquisire il pacchetto di maggioranza in Itavia rafforzando in tal modo la loro posizione all'interno della stessa". Queste "operazioni societarie sono state già oggetto di censura da parte della magistratura civile la quale, nell'aprile 2023, aveva nominato un Curatore Speciale che, fin dal maggio 2023 evidenziava l'irregolarità delle due operazioni di finanziamento in danno della società, dei soci di minoranza e dei creditori". Alla luce di quanto evidenziato "dal Curatore Speciale, la tutela del patrimonio della società veniva affidato ad un amministratore giudiziario". Le indagini hanno permesso di individuare "come le somme, derivanti dal finanziamento di 130 milioni di euro erogato da Itavia a beneficio di una holding finanziaria facente capo ai due indagati, siano state reimpiegate per finalità estranee alla concessione della citata linea di credito". Sono indagati "i due ex amministratori, l'ex liquidatore" e "i sindaci, questi ultimi per aver omesso qualsiasi controllo sulle situazioni di conflitto di interesse e non aver adottato i provvedimenti previsti per legge".