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Seggiolini anti abbandono, cosa sono, come funzionano e cosa dice la legge

Cronaca

I dispositivi salva bambini sono obbligatori in auto dal 2019 (e le multe in vigore dal 2020). Devono sempre essere presenti nel veicolo per tutti i bimbi da 0 a 4 anni. Ne esistono di tre tipologie e qualche anno fa era stato anche introdotto un bonus economico ad hoc per l’aiuto nell’acquisto. Ecco cosa prevede la norma e quali sono le sanzioni

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Negli ultimi anni si sono verificate diverse tragedie in cui bambini dimenticati in auto dagli adulti hanno perso la vita. Per evitare il ripetersi di casi simili (come avvenuto il 7 giugno a Roma), nel 2018 è iniziato un lungo iter politico per introdurre la cosiddetta “legge salva bebè”, che doveva entrare in vigore a luglio 2019. Ci sono stati degli slittamenti e infine con la firma del decreto attuativo, sono stati ufficializzati i requisiti tecnici dei dispositivi anti abbandono. La legge è quindi in vigore dall’autunno del 2019, mentre le multe per chi non si adegua sono scattate dal marzo 2020.

Cosa sono i dispositivi anti-abbandono

I sensori anti-abbandono vengono definiti come dispositivi di allarme, “costituiti da uno o più elementi interconnessi, la cui funzione principale è quella di prevenire l'abbandono dei bambini, di età inferiore ai quattro anni”. Il Ministero dei Trasporti chiarisce che “i dispositivi che sono conformi alle disposizioni previste dal decreto attuativo e che hanno il marchio CE saranno considerati a norma”. Ne esistono di due tipologie in commercio: la prima variante sono quelli indipendenti (o universali), che si possono usare su qualsiasi seggiolino passando da uno all’altro. Hanno un sensore di peso da mettere sotto il bambino, che si collega (tramite Bluetooth o con un cavo) all'accendisigari dell’auto. Quando la macchina si ferma, il dispositivo suona se il bambino non viene alzato dal seggiolino. L’altra tipologia sono quelli integrati, pratici ma con durata più limitata. La batteria si scarica dopo alcuni anni, mentre a volte il seggiolino viene usato per più tempo. Un terzo tipo, ancora meno diffuso, consiste in una dotazione presente direttamente come accessorio del veicolo.

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Cosa dice la legge

Sono circa una decina negli ultimi 25 anni i casi di bambini deceduti perché lasciati in auto. In numerosi altri casi, i genitori hanno dimenticato i figli in auto ma, fortunatamente, non ci sono state conseguenze drammatiche. Per questo la legge prevede che chi trasporta in auto bimbi fino a quattro anni di età sia obbligato a installare i dispositivi anti-abbandono sui seggiolini. All’epoca, venne diffusa una circolare alla Polizia per permettere a produttori e consumatori di adeguarsi prima di far scattare le multe. Sono circa due milioni i bambini residenti in Italia di età inferiore ai quattro anni, le cui famiglie sono quindi interessate dalla norma. L’obbligo vale su autovetture, autocarri e camion. Riguarda chiunque viaggi con un bambino in auto, da 0 a 4 anni, su veicoli con targa italiana condotti da residenti in Italia o da residenti all’estero e veicoli con targa estera su un veicolo guidato da residenti in Italia.

Le multe

In caso di violazione della norma, la legge prevede una multa da 83 euro (che viene scontata a 58,10 per chi paga entro cinque giorni) a 326 euro. C’è anche la decurtazione di cinque punti dalla patente del conducente se è l’unica persona, oltre al bambino, presente all’interno dell’auto, più la sospensione della patente da 15 giorni a due mesi in caso di recidiva, cioè una seconda violazione identica nel giro di due anni.

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I bonus

I dispositivi al momento in vendita costano dai 50 ai 100 euro. La manovra 2019 aveva previsto un aiuto per i consumatori nell’acquisto dei dispositivi e venne stanziato un fondo che prevedeva un bonus di 30 euro a famiglia. Ma gran parte di quei soldi sono rimasti inutilizzati. Secondi i pochi dati a disposizione, come riporta La Stampa, solo il 30% delle famiglie aventi diritto al bonus ne aveva fatto richiesta. Al 31 dicembre 2020 risultavano “poco meno di 370mila bambini registrati sulla piattaforma. Il ministero parla di 276 mila buoni emessi, per un importo di 8,2 milioni. Tuttavia, sarebbero stati usati per l’acquisto di questo dispositivo nei negozi 231.489 buoni per un importo di euro 6,9 milioni. Oltre 9 mila sarebbero le richieste mai completate”. Da allora non si hanno più avuto notizie del bonus.

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