Èconsiderato uno dei più efferati criminali italiani, autore di numerose rapine a mano armata con omicidi e sequestri di persona. Complessivamente è stato condannato a quattro ergastoli e 295 anni di carcere. A settembre 2024, a causa delle sue condizioni di salute, il Tribunale ha deciso di trasferirlo in una Rsa
Renato Vallanzasca è tra i più noti criminali italiani, protagonista della mala milanese anni ’70 e ’80. Soprannominato anche “il bel Renè”, è stato autore di numerose rapine a mano armata con omicidi e sequestri di persona cumulando una pena complessiva di quattro ergastoli e 295 anni di reclusione. Famoso anche per le rivolte carcerarie e le rocambolesche evasioni, è rimasto in carcere per 52 anni fino a quando, nel 2024, il Tribunale ha deciso di trasferirlo in una Rsa a causa di condizioni di salute incompatibili con la reclusione. Ecco la sua storia e cosa sapere sul bandito che, oggi, 4 maggio 2025, compie 75 anni.
Chi è Renato Vallanzasca
Renato Vallanzasca Costantini nasce a Milano il 4 maggio 1950 da una relazione extraconiugale del padre Osvaldo Pistoia. Alla nascita gli viene assegnato il cognome della madre perché all'epoca le leggi in vigore impedivano agli uomini coniugati che avevano figli al di fuori del matrimonio di riconoscerli. A 8 anni, con il fratello e l’amica che più di cinquant’anni dopo diverrà sua moglie, tenta di far uscire dalle gabbie gli animali di un circo. Per questa azione viene portato al carcere minorile Cesare Beccaria e poi affidato alla prima moglie del padre che vive in zona Giambellino. Qui forma la sua prima banda composta da ragazzini dediti a furti e taccheggi. Giovanissimo, mostra già di essere un criminale esperto e si conquista l’attenzione della ligéra, la vecchia piccola criminalità milanese, con la quale inizia a collaborare.
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Gli anni ’70 di Renato Vallanzasca
Negli anni ’70 forma il suo clan, la famigerata Banda della Comasina, uno dei più potenti e feroci gruppi criminali di Milano, specializzata in rapine a mano armata, sequestri di persona e omicidi. La gang si contrappone a quella di Francis Turatello e in poco tempo accumula ingenti ricchezze. Vallanzasca ostenta uno stile di vita sfarzoso fatto di abiti firmati, orologi d’oro e automobili di lusso. Dotato di un bell’aspetto, con gli occhi cerulei, il bandito si conquista il soprannome di “bel René”. Nel 1972 avviene il primo arresto e Vallanzasca si fa conoscere anche per le rivolte carcerarie e i tentativi di evasione. In cinque anni cambia 36 penitenziari. Nel 1976, riesce a fuggire grazie alla complicità di un poliziotto, dopo aver contratto volontariamente l’epatite per essere ricoverato in ospedale. Durante il periodo di latitanza, René ricostituisce la sua banda e ricomincia con le rapine a mano armata, uccisioni e sequestri, tra cui quello di Emanuela Trapani, figlia di un imprenditore, e dell’imprenditore del legno Rino Balconi. Per la liberazione di Emanuela Trapani ottiene un riscatto di un miliardo di lire. Nel febbraio del 1977, tre mesi prima del suo 27esimo compleanno, Vallanzasca viene rintracciato e riportato in carcere. Due anni dopo sposa nel carcere di Rebibbia Giuliana Brusa, una delle tante ammiratrici che gli scrivono. I testimoni di nozze sono Albert Bergamelli, del clan dei marsigliesi, e l’ex nemico Francis Turatello. Nel 1980 Vallanzasca tenta una nuova rocambolesca fuga dal carcere di San Vittore. Durante l'ora d'aria compare in mano a Vallanzasca una pistola con cui riesce a farsi strada tenendo in ostaggio il brigadiere Romano Saccoccio. Ne segue una sparatoria per le vie di Milano che prosegue nel tunnel della metropolitana. Ferito, il bandito viene ricatturato insieme a nove compagni di fuga.
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Gli anni ’80
In carcere il "bel René" si rende protagonista di rivolte e altri atti violenti come l’omicidio di Massimo Loi, un giovane membro della sua banda che aveva deciso di pentirsi e abbandonare la vita criminale. Durante una sommossa, Vallanzasca riesce ad avere un coltello con cui uccide il ragazzo. Qualche anno dopo, numerosi pentiti della Camorra accusano Vallanzasca di essere affiliato alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. I due erano stati entrambi detenuti nel carcere di Ascoli Piceno. Nel 1987 René tenta un’ennesima fuga attraverso un oblò del traghetto che da Genova avrebbe dovuto portarlo nel carcere di Nuoro in Sardegna. Meno di un mese dopo il bandito viene fermato a un posto di blocco. Tenta infine un’altra evasione anche nel 1995, per la quale viene sospettata e accusata di averlo aiutato la sua stessa legale.
Le richieste di grazia e il trasferimento in una Rsa
Tra richieste di grazia e regime di semi libertà respinti, nel maggio 2008 Vallanzasca sposa la sua amica d'infanzia Antonella D’Agostino. In questo periodo tiene anche un blog per interposta persona. Nel 2010, tra le polemiche, ottiene l’ammissione al lavoro esterno, svolgendo attività in una pelletteria e in un negozio d’abbigliamento. Il permesso gli viene però sospeso un anno dopo perché il bandito aveva violato le regole di utilizzo del beneficio per incontrarsi segretamente con una donna. Nel 2012 ottiene nuovamente il permesso e va a lavorare prima come magazziniere e poi in una ricevitoria. Il 13 giugno 2014, durante il regime di semilibertà, tenta di taccheggiare un supermercato di Milano e viene nuovamente arrestato. Nel settembre 2024, dopo aver trascorso complessivamente 52 anni in carcere, viene trasferito dal penitenziario di Bollate in una RSA a causa di una grave forma di decadimento cognitivo.