Rastrellamento del ghetto di Roma, sono passati 80 anni. Ecco cosa accadde
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Il 16 ottobre 1943 i nazisti effettuarono una retata che portò all'arresto di 1.259 persone, quasi tutte appartenenti alla comunità ebraica. Solo alcune vennero rilasciate: in 1.023 furono deportati ad Auschwitz. Solo 16 di loro tornarono vivi. La Capitale, blindata dopo lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas, ricorda l’ottantesimo anniversario del “Sabato nero”. Presente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
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- Sono passati 80 anni dal rastrellamento del ghetto ebraico di Roma, compiuto dai nazisti il 16 ottobre 1943. La retata, avvenuta con il supporto dei funzionari fascisti della Rsi, andò avanti dalle 05.30 alle 14 e portò all'arresto di 1.259 persone, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine, quasi tutti appartenenti alla comunità ebraica romana. Dopo il rilascio di alcune persone, in 1.023 furono deportati ad Auschwitz. Solo 16 di loro tornarono vivi
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- Gli arresti vennero effettuati in particolare in via del Portico d’Ottavia e nelle strade accanto, ma anche in altre zone di Roma. Il rastrellamento avvenne di sabato, giornata festiva per gli ebrei (infatti passò alla Storia come “Sabato nero”)
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- Per la retata furono impiegati 365 uomini della polizia tedesca, di cui circa un centinaio solo nel ghetto, coordinati da 14 ufficiali e sottoufficiali
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- Molte persone furono catturate ancora in pigiama: vennero caricate su camion militari coperti da teloni e portate presso il Collegio militare di Palazzo Salviati, dove rimasero, separate per genere, circa 30 ore. Tra loro c’era anche un neonato
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- Duecentotrentasette prigionieri furono poi rilasciati in seguito al controllo che li identificò come cittadini stranieri o appartenenti a famiglie "miste"
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- Gli altri vennero trasferiti alla stazione ferroviaria di Tiburtina e messi su un convoglio costituito da 18 carri merci, che partì alle 14 di lunedì 18 ottobre per giungere ad Auschwitz alle 23 del 22 ottobre
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- Durante il viaggio due persone anziane morirono. Ad Auschwitz i deportati ebrei furono divisi in due file: da una parte 820 persone, valutate fisicamente non abili al lavoro, e dall'altra 154 uomini e 47 donne, giudicati fisicamente idonei (nella foto, una delle camere a gas ad Auschwitz)
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- Il gruppo degli 820 finì nelle camere a gas. L'altro gruppo fu invece smistato e inviato in altri campi di sterminio. Si salvarono in 16
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- Ottant'anni dopo una Roma blindata ricorderà il rastrellamento, preludio all'inferno della Shoah. Lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas ha fatto alzare il livello di allerta. E il giorno del ricordo sarà sorvegliato più che mai, vista anche la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che chiude la marcia della Memoria
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- Il corteo sfilerà lungo le strade della Capitale, dal Campidoglio fino allo slargo nel cuore del ghetto che porta il nome di quella tragica data: 16 ottobre 1943. Le celebrazioni, organizzate dalla comunità ebraica di Roma insieme con l'amministrazione comunale e con la comunità di Sant'Egidio, hanno rischiato modifiche per motivi di sicurezza ma alla fine tutto è stato confermato