
Dai Canederli agli Straboi: ecco le chicche della tradizione gastronomica di montagna, da conoscere prima di visitare la regione. LA FOTOGALLERY
A cura di Stefania Leo
Negli anni Sessanta, Anna Lucia e Carlo Alberto Bauer hanno costruito un itinerario gastronomico valle per valle, raccogliendo le ricette tipiche del Trentino. Ne è nato uno storico ricettario che guida ancora oggi gli appassionati di cucina alla scoperta della cucina trentina, che non è fatta solo da polenta, formaggi e speck (foto: Strada dei Formaggi)
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I Canederli sono un piatto di recupero molto radicato in Trentino, dove hanno subito una serie di modifiche rispetto alla ricetta originaria dell'Alto Adige. Si parte dal pane raffermo ammorbidito col latte. Poi si aggiungono uova, prezzemolo, cipolla (foto: Strada dei Formaggi)
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Al mix vanno aggiunte anche la pancetta e la Lucanica fresca, spellata e finemente tagliuzzata. Si tratta di un salume tipico, di cui esistono numerose conce. Si impasta tutto con le mani, dando forma di una piccola arancia. Infine, si cuociono i Canederli in brodo bollente per circa un quarto d'ora; possono essere serviti con questo liquido, asciutti o come contorno di spezzatino (foto: Stefania Leo)
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Piatto caratteristico della valle del Sarca, la carne salada può essere servita come antipasto o come secondo, cruda o cotta. Nasce come metodo di conservazione dei pezzi di manzo, grazie a una miscela di sale e spezie tra cui aglio, salnitro, salvia, bucce di limone, alloro, ginepro, aglio e pepe (foto: Trentino Marketing)

Una volta stagionata, si consuma tagliata a fette. Può essere servita cruda, in stile carpaccio, con scaglie di Trentingrana e olio. Oppure può essere servita cotta sulla piastra, con contorno di fagioli e cipolla o broccoli (foto: Strada dei Formaggi)

A un piatto di carne salada o di salumi e formaggi, spesso si abbina il Tortel de patate, simbolo della semplicità della tradizione culinaria trentina (foto: Taste Trentino)

Per preparare il Tortel si scelgono patate grosse e stagionate. Si grattugiano crude e si aggiungono farina e sale. Si mette l'impasto in una teglia unta e poi lo si passa in forno caldo, oppure si possono fare Tortei più piccoli, fritti in padella. Si possono abbinare anche a marmellata di ribes o lamponi (foto: Stefania Leo)

Gli Strangolapreti sono gnocchi verdi a base di spinaci o bieta, pane vecchio, uova e farina. Vanno serviti con uno spezzatino o con solo grana e burro fuso (foto: APT Terme di Comano/Facebook)

Parlando degli Strangolapreti, il Bauer scrive: "Ecco un piatto gustoso, tutto nostro, dal nome altisonante che è tutto un programma di un'allegra e sana scorpacciata" (foto: Stefania Leo)

Tra le pietanze calde c'è la Minestra di trippe. Piatto quasi del tutto scomparso, preparato dei carador (mandriani), sfrutta le trippe degli animali per realizzare un alimento nutriente. Nel tempo questa zuppa si è arricchita di verdure fresche e profumi (foto: Walter Bisoffi)

Lo Smacafam invece è un piatto tradizionale delle campagne trentine e viene preparato in molte case per chiudere degnamente il Carnevale (foto: Pastificio Le Delizie/Facebook)

A seconda delle vallate si usa farina bianca o di grano saraceno, a cui si aggiungono latte, olio e sale. Poi si mette l'impasto in una tortiera e si cosparge di fette di lucanica fresca, pezzettini di pancetta affumicata e qualche fiocco di burro. Una volta cotto in forno, si serve con verdura fresca (foto: Tecchiolli/Facebook)

Lo Strudel de pomi (Strudel di mele) è un dolce a base di mele che, contrariamente a quanto si crede, viene realizzato con la pasta matta e non con la sfoglia. Si prepara con 300 grammi di farina bianca, 50 grammi di zucchero, un uovo, un cucchiaio di olio d'oliva, sale e latte quanto basta (foto: Strada dei formaggi)

Una volta preparata la pasta, si sbucciano le mele, le si taglia a fettine e si copre la pasta. Si aggiungono uva sultanina, pinoli, zucchero e burro. In passato si aggiungeva anche il pangrattato. Arrotolare la pasta e il suo contenuto come un salame e infornare per circa 50 minuti. Durante la cottura il liquido di cottura delle mele va ripreso e spennellato sul dolce. Servire freddo (foto: Stefania Leo)

Secondo Giambattista Azzollini, autore del Vocabolario Vernacolo-Italiano per distretti Roveretano e Trentino, lo Straboi deriva dal tedesco "strauben" e dal latino barbaro "strobo" e significa "cosa formata a tortuosi giri, sì come il nostro strobol, manicaretto fatto di pasta liquida gettata tortuosamente in padella affinché si frigga" (foto: Stefania Leo)

Gli Straboi o Strauben si fanno con farina, sale, burro, latte, uova e grappa. Ci sono diverse ricette, ma questa è quella più diffusa. Si consiglia di preparare la pastella un giorno prima e, una volta fritto, di mangiare lo Straboi caldo, guarnito con zucchero a velo e marmellata di ribes (foto: Stefania Leo)
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