Caso Gregoretti, dallo sbarco negato al voto del Senato su Salvini: tutte le tappe. FOTO
Il 12 febbraio il Senato ha accolto la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno, accusato di aver trattenuto oltre 100 migranti per diversi giorni a bordo della nave della Guardia Costiera. Ecco le tappe della vicenda
Il caso che potrebbe portare al processo per il leader della Lega ed ex ministro dell'Interno Matteo Salvini prende avvio il 25 luglio 2019, quando la nave Gregoretti della Guardia costiera (in foto) in acque Sar maltesi fa salire a bordo 50 migranti che erano stati soccorsi dal peschereccio Accursio Giarratano e altri 91 salvati da un pattugliatore della Guardia di Finanza
Caso nave Gregoretti, cosa è successo e perché Salvini rischia il processo
A Lampedusa vengono fatte sbarcare 6 persone bisognose di cure, ma per le altre 135 arriva il no dell’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Solo la sera del 29 luglio vengono fatti scendere 15 minori. La procura di Siracusa apre un’inchiesta ma senza nessun iscritto nel registro degli indagati
Caso Gregoretti, il voto su Salvini sarà il 20 gennaio
Dopo 6 giorni, i 116 migranti rimasti a bordo vengono fatti scendere dalla nave il 31 luglio (in foto). Vengono trasferiti nell'hotspot di Pozzallo per le procedure di identificazione e poi smistati nei 5 Paesi dell'Unione europea che hanno dato la disponibilità ad accoglierli: Francia, Germania, Portogallo, Lussemburgo e Irlanda. Cinquanta, invece, restano in Italia, ma se ne fa carico la Conferenza episcopale italiana
Gregoretti, la memoria di Salvini: "Coinvolto tutto il Governo, non solo il Viminale"
La procura di Catania apre un’inchiesta su Salvini (in foto) per sequestro di persona. Il 21 settembre, però, il pm avanza richiesta motivata di archiviazione, spiegando che “l'attesa di tre giorni non può considerarsi una illegittima privazione della libertà”, visto anche che “manca un obbligo per lo Stato di uno sbarco immediato”
A inizio dicembre il tribunale dei ministri di Catania, ricevuti gli atti dell’inchiesta come da procedura, decide invece di chiedere al Senato - Salvini è infatti un senatore - l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ormai ex titolare del Viminale. Per l’accusa il leader leghista avrebbe “abusato dei poteri” di ministro e “privato della libertà personale i 131 migranti”
Ad annunciare di essere indagato è lo stesso Salvini, ospite di un programma televisivo. “Rischio fino a 15 anni di carcere - spiega -. Ritengo che sia una vergogna che un ministro venga processato per aver fatto l’interesse del suo Paese”
Il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio (in foto), fa sapere che il M5S dirà sì all’autorizzazione a procedere per Salvini a differenza del caso Diciotti, che invece “fu un atto di governo perché l’Ue non rispondeva”, spiega Di Maio
Non la pensa allo stesso modo Salvini, che nella memoria difensiva depositata il 3 gennaio 2020 alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato sostiene di aver agito “con il pieno coinvolgimento di Palazzo Chigi e dei ministeri competenti, in modo perfettamente sovrapponibile a quanto accaduto per la nave Diciotti”
A smentire Salvini è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che in un’intervista al Corriere della Sera del 13 gennaio 2020 dice che “tutta la fase decisionale è stata gestita dall’allora ministro dell’Interno, che l’ha anche rivendicata”
Il 17 gennaio 2020 la Giunta per le immunità decide che il voto sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini si terrà il 20 gennaio, scontentando M5S e Pd che avrebbero preferito rinviarlo a dopo le regionali in Emilia-Romagna temendo che un’eventuale decisione di processare Salvini possa favorirlo alle urne in chiave propagandistica. In foto, la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati durante il dibattito sulla convocazione della Giunta
Il 20 gennaio la Giunta per le immunità vota "sì" all'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Gregoretti. Il leader della Lega aveva chiesto ai senatori, anche quelli del suo partito, di votare sì al suo processo. A favore del processo, hanno votato i 5 senatori della Lega, mentre a favore della proposta Gasparri, e cioé conto il processo, i 4 di Forza Italia e Alberto Balboni di FdI
I membri della Giunta appartenenti alla maggioranza hanno disertato il voto per protesta: "La convocazione di oggi è frutto di gravi forzature sia del presidente Gasparri che della presidente Casellati", hanno spiegato i membri della maggioranza in un comunicato congiunto
Dopo l'ok della Giunta delle immunità, il 12 febbraio è arrivata una conferma da parte del Senato. L'aula di Palazzo Madama ha di fatto accolto la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, bocciando l'ordine del giorno presentato da Forza Italia e Fratelli d'Italia. Il documento chiedeva di dire 'no' al processo all'ex ministro dell'Interno e quindi di ribaltare il voto della Giunta delle immunità il 20 gennaio. La Lega non ha partecipato al voto uscendo dall'Aula
"Lo sapevo. Sono assolutamente tranquillo e orgoglioso di quello che ho fatto. E lo rifarò appena tornato al governo", ha detto Matteo Salvini poco dopo la votazione
"Come è stato difendersi in Senato? Surreale. Ho giurato sulla Costituzione, che prevede che difendere la patria è dovere di ogni cittadino. Io ho difeso l'Italia", ha dichiarato l'ex ministro dell'Interno
Ma anche se il Senato ha dato l’autorizzazione per processare Salvini, non è detto che il processo si tenga davvero. Una volta ottenuta l’autorizzazione, il Tribunale dei ministri deve trasmettere tutti gli atti al tribunale ordinario del capoluogo competente per il territorio, che per il caso Gregoretti è quello di Catania
A quel punto, la procura di Catania dovrebbe riproporre il capo d’imputazione formulato contro Salvini dal tribunale dei ministri e sottoporlo al giudice dell’udienza preliminare, che dovrà decidere sul rinvio a giudizio