Alfredino Rampi, la vera storia del bambino morto in un pozzo a Vermicino nel 1981. FOTO
Sono passati 43 anni da una delle vicende di cronaca che hanno segnato maggiormente il Dopoguerra italiano. Il bambino di sei anni cadde in un pozzo artesiano in una frazione di campagna vicino a Frascati. Per tre giorni i soccorritori provarono a salvarlo e milioni di persone seguirono in diretta televisiva i disperati tentativi fino al tragico epilogo
- La tragedia di Vermicino è uno dei fatti di cronaca che hanno segnato in modo indelebile la memoria collettiva dell’Italia. Il 13 giugno del 1981, il piccolo Alfredino Rampi, di sei anni, morì in un pozzo artesiano nelle campagne vicino a Frascati, nel quale era caduto. Tre giorni di soccorsi senza sosta non furono sufficienti per salvarlo
- La sera del 10 giugno 1981 Alfredo Rampi – soprannominato Alfredino – esce a fare una passeggiata. Il padre lo perde di vista, vengono allertate le forze dell’ordine e iniziano le ricerche. Un agente di polizia sente i lamenti del piccolo in un pozzo in un terreno della zona. Iniziano subito le operazioni di soccorso che si rivelano immediatamente molto complesse
- L’imboccatura del pozzo è larga solamente 28 centimetri e la galleria è profonda 80 metri, con pareti molto irregolari. Viene appurato che il bimbo è fermo a una profondità di circa 36 metri. I primi tentativi di calare una tavoletta di legno nel pozzo, per permettere al bambino di aggrapparvisi, non portano a nulla e anzi ostruiscono ancora di più il passaggio
- Intanto i tecnici Rai, calando la propria strumentazione nel pozzo, permettono ai soccorritori di comunicare con il bimbo. Nella foto la mamma di Alfredino con un megafono all'ingresso del pozzo
- Dopo altri tentativi degli speleologi del Soccorso Alpino, si decide di iniziare a scavare due tunnel, uno verticale e uno orizzontale. Le operazioni però si rivelano complesse. Inizia anche la diretta Rai da Vermicino, che durerà 18 ore e sarà seguita da milioni di persone. Le condizioni del bambino iniziano a peggiorare
- Sul posto arriva anche l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. Si fa dare il microfono e prova a incoraggiare il bambino. Dalla mattina del 12 giugno Alfredino smette di rispondere ai soccorritori
- La sera del 12 giugno la perforazione dei tunnel è completata e il cunicolo orizzontale appena scavato arriva a 34 metri di profondità nel pozzo di Alfredino. Ma si scopre che probabilmente a causa delle vibrazioni del terreno il bimbo era scivolato molto più in basso. Si capirà più tardi che Alfredino si trova a 60 metri. L’unica soluzione è quella di calare qualcuno nella parte restante di pozzo
- Si fa avanti un volontario. Angelo Licheri, piccolo e magro, si cala per tutti i 60 metri di profondità e raggiunge Alfredino. Tenta per tre volte di allacciare l’imbracatura per tirarlo fuori, ma ogni volta questa si apre. Cerca quindi di prendere il bambino per le braccia ma nel farlo lo fa scivolare ancora più in profondità. I suoi tentativi durano circa 45 minuti, ben oltre i 25 considerati il massimo per un’operazione a testa in giù. Licheri viene riportato in superficie senza Alfredino
- Altri volontari vengono calati nel pozzo ma nessuno riesce nell’impresa. L’ultimo, uno speleologo, raggiunge il bambino all’alba del 13 giugno e ne constata la morte. Il suo corpo verrà poi recuperato l’11 luglio, un mese dopo la caduta. (Nella foto il vigile del fuoco Nando Broglio, che nelle prime fasi dei soccorsi parlò con Alfredino con un megafono per 24 ore)
- La vicenda di Vermicino ha avuto una enorme risonanza mediatica: è stato il primo evento trasmesso in diretta tv non stop e a reti unificate. Oltre 21 milioni di persone seguirono la lunghissima diretta. Le difficoltà nella macchina dei soccorsi aprirono la strada all’accelerazione nella nascita della Protezione Civile
- Nel 2021, a 40 anni dalla tragedia, Marco Pontecorvo dirige la miniserie Alfredino - Una storia italiana, co-prodotta da Sky Italia e Lotus Production. Quattro puntate realizzate con la collaborazione del Centro Alfredo Rampi, fondato dai genitori del bambino, Franca e Ferdinando, poche settimane dopo i fatti per promuovere la prevenzione dal rischio ambientale e un miglioramento del soccorso, tecnico e psicologico nelle emergenze. Nel cast, fra gli altri, Anna Foglietta, Francesco Acquaroli, Vinicio Marchioni e Luca Angeletti