Famiglia nel bosco, oggi l’udienza d’appello contro l'ordinanza del Tribunale dei minori
CronacaI legali sono pronti a consegnare alla corte memorie e documenti utili a certificare il cambio di atteggiamento da parte della famiglia, che sarebbe non solo pronta ad adeguare la casa di Palmoli ma anche a consentire ai figli di frequentare la scuola e a completare il percorso vaccinale. Non è però detto che una decisione arrivi oggi: la corte d'Appello infatti ha tempo fino al 27 gennaio
Si tiene oggi l’udienza sul caso della ‘famiglia nel bosco’: i giudici d’Appello sono chiamati a pronunciarsi sul reclamo proposto dagli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas contro l'ordinanza del Tribunale dei minori, che ha disposto la sospensione della responsabilità genitoriale per Nathan e Catherine e la collocazione dei tre figli minori della coppia in una casa famiglia di Vasto. Si dovrebbe trattare di un'udienza 'documentale', con la trasmissione degli atti per via telematica. I legali sono pronti a consegnare alla corte memorie e documenti utili a certificare il cambio di atteggiamento da parte della famiglia che, ad oggi, sarebbe non solo pronta ad adeguare la casa di Palmoli, ma anche a consentire ai figli di frequentare la scuola e a completare il percorso vaccinale. La decisione dei giudici però non sarebbe scontata, almeno nel breve periodo: la corte d'Appello, infatti, ha tempo fino al 27 gennaio per prendere una decisione.
Le ultime novità sul caso
Da parte della 'famiglia nel bosco' si registra un cambio di paradigma rispetto a quanto avvenuto nei 13 mesi che hanno indotto gli assistenti sociali a redigere le relazioni che hanno portato alla contestata ordinanza. Un ostacolo verso il 'ritorno a casa', però, potrebbe essere rappresentato proprio dalla scolarizzazione dei bambini, costantemente monitorati nella casa famiglia. Secondo la tutrice, infatti, i minori "non sanno leggere, stanno imparando ora l'alfabeto" e la più grande, di otto anni, "sa scrivere il suo nome sotto dettatura". Un giudizio che, di fatto, smentisce quanto affermato da una scuola di Brescia che aveva certificato il grado di istruzione dei bimbi. "È evidente che faremo anche noi le nostre valutazioni”, ha detto il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che nei giorni successivi al clamore mediatico aveva richiamato l'attestato della scuola lombarda, “ma il Ministero si attiene a quelle che sono le certificazioni ufficiali delle scuole che hanno rilasciato questi documenti".
Lo scontro politico sul caso
È proprio l'istruzione parentale il tema sul quale si è accesa la polemica politica, sulla scia delle dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini lanciate domenica dal palco di Atreju. La Lega ha presentato una proposta di legge per "valorizzare la libertà di scelta educativa, sancita dall'articolo 30 della Costituzione, che attribuisce ai genitori il diritto e il dovere di istruire ed educare i propri figli". Al contrario, Avs ha annunciato un'interrogazione parlamentare diretta a Valditara, definito "ministro della Propaganda del suo capo Matteo Salvini" affinché spieghi "com'è possibile che la bambina abbia superato gli esami annuali di idoneità che consistono in una prova scritta di italiano, una di matematica e un colloquio, se sa a malapena scrivere il proprio nome?". Domande a cui cercheranno di rispondere anche i giudici dell'Aquila.