Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in Italia 85 donne uccise nel 2025

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Tra il 1 gennaio e il 20 ottobre 2025, sono state 85 le donne vittime: è quanto emerge dal 12esimo Rapporto Eures sul femminicidio in Italia, che a livello territoriale conferma la prevalenza dei casi al Nord (41, pari al 48,2% del totale), davanti al Sud (25 vittime pari al 29,4%) e al Centro (19 vittime pari al 22,4%).  L'allarme Onu: 50mila donne uccise nel mondo nel 2024

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Ogni 10 minuti lo scorso anno una donna da qualche parte nel mondo veniva uccisa da una persona a lei cara, partner o ex, o parenti stretti: circa 50mila vittime di femminicidio in 12 mesi. sottolinea l'Onu nel rapporto pubblicato in occasione della Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, che si celebra oggi 25 Novembre. Il rapporto rileva che il 60 percento delle donne uccise nel mondo è stato vittima di partner o parenti come padri, zii, madri e fratelli.  La cifra di 50 mila basata su dati di 117 paesi si suddivide in 137 donne al giorno, ovvero circa una donna ogni 10 minuti, secondo il rapporto. Il totale è leggermente inferiore a quello riportato nel 2023, anche se non indica una reale diminuzione, spiegano gli estensori del report, poiché deriva in gran parte dalle differenze nella disponibilità dei dati da Paese a Paese. Il femminicidio continua a causare decine di migliaia di vite di donne e ragazze ogni anno, senza segni di miglioramento, e la "casa
continua a essere il luogo più pericoloso per donne e ragazze in termini di rischio di omicidio", riporta lo studio dell'Onu. E anche nel nostro Paese i numeri sono allarmanti.

In Italia 85 donne uccise in 10 mesi

Tra il 1 gennaio e il 20 ottobre 2025, in Italia sono state 85 le donne vittime di omicidio volontario. Nonostante la leggera flessione del fenomeno (102 le vittime nei primi dieci mesi del 2024) l'incidenza sul numero totale degli omicidi consumati "è la più alta mai registrata": in pratica, più di una vittima su tre è di genere femminile. É quanto emerge dal 12esimo Rapporto Eures sul femminicidio in Italia, che a livello territoriale conferma la prevalenza dei casi al Nord (41, pari al 48,2% del totale), davanti al Sud (25 vittime pari al 29,4%) e al Centro (19 vittime pari al 22,4%). 

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A livello regionale è la Lombardia (con 23 vittime rispetto alle 14 del 2024, il 64,3% in piu'), a registrare il maggior numero di donne uccise, seguita dalla Campania (con 10 vittime rispetto alle 5 del 2024) e dalla Sicilia (8 donne uccise, una in più  rispetto al 2024). In particolare, Milano risulta nel 2025 la città più colpita, con 12 vittime, quattro volte i casi censiti nei primi dieci mesi del 2024 (3 in valori assoluti). Seguono Napoli, con 7 donne uccise nei primi dieci mesi del 2025 (rispetto a una sola vittima nello stesso periodo del 2024) e Roma, che con sei vittime rispetto alle 11 del 2024 registra un decremento del 45,5%.
 

Aumenta il numero delle vittime straniere

All'interno di un contesto di generale diminuzione del fenomeno (-16,7%), cala il numero di vittime italiane (da 76 a 58, pari a -23,7%), mentre quelle straniere salgono del 3,8% (da 26 a 27), arrivando a rappresentare il 31,8% delle vittime totali (contro una media del 22,5% negli ultimi 15 anni). In termini relativi, il rischio tra le donne straniere (10 vittime ogni milione di residenti) è superiore di circa cinque volte a quello rilevato tra le donne italiane (2,1): nel 35,7% dei casi le donne straniere sono state uccise da un italiano (10 in
valori assoluti) a fronte del 60,7% di stranieri.

Crescita dell'"overkilling"

Crescono i femminicidi commessi con armi da taglio, utilizzata nei primi dieci mesi di quest'anno nel 40% dei casi (34 in valori assoluti, contro i 30 censiti nel 2024, quando rappresentavano il 29,4%. L'incidenza delle armi da fuoco - prevalenti tra le vittime maschili - scende al 20%, mentre sale quella degli omicidi commessi a mani nude (22, pari al 25,9%), segno di una crescente crudeltà ed efferatezza dei delitti che colpiscono le donne. Un dato confermato anche dalla crescita degli "overkilling", ovvero dei delitti in cui si rileva un accanimento sulla vittima, passati da 3 casi nel 2024 a 13 nel 2025, il 22,4% dei femminicidi (a fronte di una media del 10% negli ultimi quindici anni). 

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