Inchiesta urbanistica a Milano, la Cassazione: "Catella non va arrestato"

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La sesta sezione penale della Suprema Corte ha dichiarato "inammissibile" il ricorso della Procura milanese, confermando così la revoca delle ordinanze d'arresto, decisa dal Riesame, per Catella, Scandurra e Bezziccheri, tutti coinvolti nell'ambito dell'indagine che riguarda il capoluogo lombardo. Sala: "C'è stallo, serve dialogo con la Procura"

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La Cassazione ha deciso di respingere il ricorso della Procura di Milano e, dunque, ha confermato i provvedimenti del Tribunale del Riesame con cui sono stati revocati, lo scorso agosto, per assenza di gravi indizi sulla presunta corruzione gli arresti domiciliari per il Ceo di Coima, Manfredi Catella. Lo stesso è accaduto per uno dei componenti della Commissione paesaggio del Comune, Alessandro Scandurra e per la misura cautelare destinata al patron di Bluestone, Andrea Bezziccheri, l'unico che era finito in carcere, a luglio scorso, nell'ambito della maxi inchiesta sulla gestione dell'urbanistica del capoluogo lombardo. 

Catella: "Undici giudici hanno riconosciuto la nostra integrità"

"In 120 giorni 11 giudici, oltre alla stessa Procura Generale di Stato, hanno radicato progressivamente fino al livello massimo della magistratura la nostra estraneità a quanto contestatoci". Questo il commento del ceo di Coima in una lettera agli stakeholder. "Questa dinamica, a seguito di uno degli stress test più profondi che potessimo immaginare - ha aggiunto - equivale a un riconoscimento virtuoso dell'integrità, del rigore, della professionalità e della capacità di reazione della nostra organizzazione". 

Non dimostrabile un accordo corruttivo

La sesta sezione penale della Suprema Corte, in sostanza, ha dichiarato "inammissibile" il ricorso della Procura milanese, confermando così la revoca delle ordinanze d'arresto, decisa dal Riesame, per Catella, per Scandurra e per Bezziccheri. Il sostituto pg di Cassazione, Cristina Marzagalli, aveva chiesto di dichiarare infondati i ricorsi presentati dalla Procura contro i provvedimenti del Riesame per Scandurra e Bezziccheri e proposto il rigetto dell'atto di impugnazione dei pm milanesi su Catella. Nell'atto del pg, in particolare, è stato segnalato "che le risultanze in atti non dimostrano la formazione, né l'operatività di un accordo corruttivo tra Scandurra e Catella", anche considerato il fatto che non sia possibile sostenere che "i pagamenti delle fatture da parte" di Coima "siano riconducibili ad un accordo corruttivo anziché correlate ad attività professionale effettivamente prestata da Scandurra e regolarmente contabilizzata". Stessa linea è stata portata avanti per quanto concerne la posizione del costruttore Bezziccheri.

Le richieste dei pm

I pm Petruzzella, Filippini e Clerici, con l'aggiunta Tiziana Siciliano, invece, avevano sostenuto la tesi secondo cui il Tribunale del Riesame non aveva valutato a pieno il "sistema" dell'urbanistica milanese, ma aveva perorato piuttosto una "disanima atomistica" tanto da "giustificare a prescindere tutte le condotte di Catella e Scandurra", non valutando la "correlazione" tra "l'esercizio della funzione pubblica e il conseguimento di vantaggi privati" nei rapporti corruttivi tra imprenditori e Commissione paesaggio, che col via libera alle operazioni immobiliari sarebbe stata al centro del meccanismo illecito. In definitiva il Tribunale, ha segnalato la Procura, ha "smontato l'orologio per dimostrare che nessun singolo  ingranaggio è un orologio".

La Cassazione annulla l'interdittiva per Tancredi, Marinoni e Pella

Sono state annullate, sempre nell'ambito dell'indagine sull'urbanistica milanese, le misure interdittive per l'ex assessore del Comune meneghino, Giancarlo Tancredi, per l'ex presidente della Commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni, e per il manager Federico Pella. La Cassazione ha infatti accolto i ricorsi delle difese contro i provvedimenti con cui lo scorso agosto il Riesame aveva riconosciuto per i tre l'accusa di corruzione mossa dai pm nella inchiesta sulla gestione dell'urbanistica. Accusa, non codivisa dalla Suprema Corte, che ha azzerato qualsiasi misura nei loro confronti.

Sala: "C'è stallo, serve dialogo con la Procura" 

Sul tema si è epsresso anche il sindaco di Milano, Giuseppe sala. "Serve un dialogo vero con la Procura, perché così Milano resta in uno stallo. La Cassazione smentisce l'orientamento della Procura. Purtroppo quello che vedo è che la Procura continua ad andare avanti senza molto tener conto del fatto che il sistema giudicante non accoglie in parte significativa la sua linea e me ne dispiace. Quello che serve è parlarsi". E poi ancora: "Noi abbiamo dimostrato in questi mesi di non essere sordi ai richiami della Procura, anzi abbiamo preso iniziative tali da dimostrare buona volontà e da correggere alcune nostre azioni, però in questo momento non possiamo continuare per il bene di Milano a non avere un confronto tra le parti", ha sototlineato Sala. "Bisogna mettersi al tavolo. Io uso questo momento di comunicazione per dirlo. Sono più che disponibile a sedermi con la Procura e capire cosa si può fare per uscirne da una questione che evidentemente ha portato a uno stallo a Milano", ha poi concluso il sindaco. 

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