Nato a Roma nel 1931, aveva lavorato per diversi quotidiani e riviste, da Paese Sera, Panorama e La Repubblica fino alle illustrazioni su La Stampa e Il Giornale. Il ministro della Cultura Giuli: "Scompare un talento di eccelsa qualità". Giovedì 6 novembre i funerali a Milano
Lutto nel mondo del giornalismo e della satira politica. Giorgio Forattini si è spento oggi, 4 novembre, all'età di 94 anni. Nato a Roma nel 1931, il vignettista ha creato nel corso della sua lunga carriera illustrazioni per diversi quotidiani e riviste, da Panorama a La Repubblica, da La Stampa a Quotidiano Nazionale e Il Giornale che per primo ha dato notizia del decesso avvenuto a Milano. Autore di vignette di satira politica, le prime ad essere pubblicate in prima pagina sui giornali e a cadenza quotidiana, si era guadagnato il soprannome di "Re della satira". I funerali si terranno giovedì 6 novembre alle 10 nella Chiesa di Santa Francesca Romana a Milano.
La prima vignetta nel 1974 dopo il referendum sul divorzio
In oltre 14mila vignette, Giorgio Forattini ha raccontato, sempre in chiave ironica, oltre mezzo secolo di potere, dai presidenti della Repubblica a leader di partito, Papi, Capi di governo italiani e stranieri. Molto famosa la vignetta pubblicata su Paese Sera nel maggio 1974 quando, dopo la vittoria del "No" al referendum sul divorzio, ritrasse Amintore Fanfani, all'epoca segretario della Democrazia Cristiana, "come un tappo (per via della bassa statura) che saltava via da una bottiglia con un grande NO sull'etichetta''. Dalle elezioni alle pagine più nere: Forattini ha documentato momenti cruciali della vita pubblica italiana, a partire dal terrorismo politico degli Anni di Piombo e le stragi di mafia - celebre l'immagine della Sicilia nella forma di una testa di un coccodrillo in lacrime, disegnata dopo la morte di Giovanni Falcone nel maggio 1992 - fino all'inchiesta di Mani Pulite che ad inizio anni Novanta ha segnato il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. Per alcune "graffiate" incentrate sugli scandali non sono mancate querele come quella del 1999 sporta dall'allora premier Massimo D'Alema per una vignetta sul "caso Mitrokin" e la fuga di documenti riservati dall'ex Kgb sovietico.
Le raffigurazioni da Andreotti "multiforme" a Berlinguer in vestaglia
Da destra a sinistra, Forattini ha raffigurato le sue "vittime" trasformando esponenti politici di primo piano in maschere di una grande commedia nazionale: Giulio Andreotti "multiforme", Bettino Craxi in versione Duce con stivaloni e camicia nera, Enrico Berlinguer seduto in vestaglia da camera mentre fuori gli operai scioperano. E ancora, Ciriaco De Mita con la coppola, Walter Veltroni il "bruco", Rocco Buttiglione "gorilla", Umberto Bossi come Alberto da Giussano e Romano Prodi come un curato di campagna. Una delle ragioni del suo successo era la caratterizzazione macchiettistica dei politici, attingendo anche dal mondo animale: Giuliano Amato come Topolino, Silvio Berlusconi basso di statura, Lamberto Dini come un rospo, Nicola Mancino come un cinghiale, Luciano Violante come una volpe, Vincenzo Visco come un vampiro, Carlo Azeglio Ciampi come un cane e Rosa Russo Jervolino come una gallina. "Sono molto affezionato alle vignette su Spadolini, nudo, innocente come un putto", aveva detto all'Ansa il vignettista in occasione dei suoi 90 anni.
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Ministro della Cultura: "Scompare talento di eccelsa qualità"
Tra i primi a ricordare il giornalista, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha parlato della perdita di "un grande artista di genere che ha dedicato il suo talento di disegnatore alla satira". "Attraversando la storia italiana, dalla prima alla seconda Repubblica, con eccelsa qualità intellettuale, Forattini ha saputo inventare stereotipi efficaci e in grado far riflettere, da raffinato interprete delle dinamiche politiche", ha detto Giuli. Per Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, con Forattini "scompare una figura che ha segnato la storia della politica e del costume italiano a cavallo di due secoli". "Nella sua irriverenza, nella capacità di far sorridere amaramente anche nei momenti più tristi risiede il lascito di una vita vissuta con la capacità di segnare con un tratto della sua matita la storia", ha detto il deputato di Forza Italia.