Emilio Fede, dagli esordi in Rai a Mediaset: chi era l'ex direttore del TG4. FOTO
È morto oggi, 2 settembre 2025, all’età di 94 anni lo storico giornalista e conduttore televisivo. Dagli esordi nel servizio pubblico radiotelevisivo negli anni Cinquanta al passaggio alle reti di Silvio Berlusconi, ecco le tappe principali della sua carriera
LA MORTE DI EMILIO FEDE
- È morto oggi - 2 settembre 2025 - all’età di 94 anni Emilio Fede, storico giornalista e conduttore televisivo. Per oltre 40 anni è stato tra i nomi principali dell’informazione italiana. Per 20 anni è stato il volto indiscusso del TG4 di Mediaset. Era ricoverato nella Residenza San Fedele di Segrate, nei pressi di Milano, dove si trovava da pochi giorni, dopo una permanenza più lunga in un'altra struttura. I funerali si terranno giovedì 4 settemre, nella chiesa Dio Padre, a Milano 2
L’INFANZIA SICILIANA E L’APPRODO A ROMA
- Nato il 24 giugno 1931 a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, Fede era figlio di un maresciallo maggiore dei Carabinieri che lavorò in Etiopia per diversi anni e di una cantante d'opera. Ha passato i primi anni in Sicilia, a San Piero Patti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, si è trasferito a Roma, dove ha conseguito la maturità classica
I PRIMI PASSI NEL MONDO DEL GIORNALISMO
- I primi passi di Emilio Fede nel mondo del giornalismo sono nel mondo della carta stampata: dopo alcune collaborazioni con il Messaggero e il Momento - Mattino di Roma, passa poi alla Gazzetta del Popolo di Torino, di cui diventa inviato speciale. Già da fine anni Cinquanta inizia a collaborare in Rai, come conduttore a contratto, nel programma Il circolo dei castori
LA RAI E L’ESPERIENZA DA INVIATO
- All’inizio degli anni Sessanta Fede entra in Rai. A partire dal 1966 è inviato in Africa, dove resterà per otto anni: in questo periodo copre oltre 40 Paesi in un periodo storico segnato dalla decolonizzazione e dalle guerre civili. Intervista anche personaggi del calibro di Hailé Selassié, imperatore d’Etiopia, Siad Barre (Somalia) e Jomo Kenyatta (Kenya)
LA CONDUZIONE DEL TG1
- Tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80, Emilio Fede ebbe un ruolo di primo piano al TG1: dapprima presentatore per un quinquennio, inaugurando il 28 febbraio 1977 la versione a colori del notiziario, e successivamente direttore per un biennio. Durante la sua gestione andò in onda la lunghissima diretta, condotta da Piero Badaloni, sul drammatico caso di Vermicino: 18 ore di trasmissione seguite da circa 25 milioni di persone
L’ADDIO ALLA RAI E L’APPRODO ALLE RETI PRIVATE
- Nel 1987 lascia la RAI per motivi legati al cambio di vertici aziendali, visto che con la nuova dirigenza (guidata da Paolo Graldi e poi da Biagio Agnes) non avrebbe avuto più il sostegno politico che lo aveva portato alla direzione, e a un processo per gioco d’azzardo, conclusosi con l’assoluzione. Passa così dapprima alla rete privata TeleA e poi, nel 1989, alla Fininvest di Silvio Berlusconi
LA DIREZIONE DI STUDIO APERTO
- È direttore prima di Videonews e poi di Studio Aperto, su Italia 1, che il 16 gennaio 1991 dà per primo la notizia dell’operazione Desert Storm, l'inizio alla Guerra del Golfo. “Quella notte mi sento che sta per succedere qualcosa, siamo in 10 ad aspettare e squilla il telefono: ci siamo. Parte la diretta con la giornalista Silvia Kramer, da New York, che urla: ‘Hanno attaccato, il cielo di Bagdad è pieno di aerei americani’”, racconta Fede al quotidiano Libero nel luglio 2025
IL VOLTO DI RETE4
- Nel 1992 viene nominato alla direzione del TG4, il nuovo telegiornale di Rete 4, dove si occupa tanto di attualità quanto di costume (dal 2000, infatti, si è a Sipario, il rotocalco rosa del TG), con una linea editoriale molto vicina a quella dei governi Berlusconi di quegli anni. Nel luglio 2004 conduce il TG4 da Nassiriya: lì, nel novembre 2003, c’era stato un attentato ai danni dei soldati italiani
IL RAPPORTO CON BERLUSCONI
- Molto stretto il rapporto con il Cavaliere, con cui Fede si fa vedere in più di un’occasione in pubblico e che frequenta anche in privato. “Era un amico generoso, intelligente, un fratello che nei miei confronti ha sempre avuto un affetto totale. Mi manca molto anche lui”, ha raccontato sempre Fede al quotidiano Libero nel luglio 2025
I PROCESSI
- Emilio Fede ha affrontato diversi procedimenti giudiziari: dal gioco d’azzardo del 1987 (assolto) al Rubygate del 2013, con condanna iniziale a 7 anni, poi assolto e infine nel 2019 condannato a 4 anni e 7 mesi, scontati ai domiciliari. Nello stesso anno ha ricevuto 2 anni per associazione a delinquere a scopo di diffamazione contro i vertici Mediaset
IL RITIRO A VITA PRIVATA
- Nel 2012 Mediaset lo solleva dall’incarico di direttore, dopo le trattative per un rinnovo non andate bene, e nel 2014 comunica la rescissione unilaterale dal contratto per via del processo per associazione a delinquere. Inizia così una serie di ospitate tv nelle reti minori, come VeroCapri, Unicusano TV e GoTV
EMILIO FEDE SCRITTORE E ATTORE
- Accanto all'esperienza politica, dalle candidature nel Psdi alla fondazione dei movimenti Vogliamo vivere e Le ali della libertà, non si può non citare il Fede scrittore: tra i suoi libri, Finché c'è Fede, Privé. La vita è un gioco, L'invidiato speciale, Se tornassi ad Arcore. Bilancio di una vita da direttore e Africa. Storie di un inviato speciale. Al cinema recita in un cameo nel ruolo di se stesso in Paparazzi di Neri Parenti (1998), oltre ad apparire in filmati di repertorio in Aprile di Moretti ed Esterno Notte di Bellocchio
LA FAMIGLIA
- Spesso non menzionata, si sa però che Emilio Fede sposa nel 1965 la giornalista e futura senatrice Diana de Feo, figlia dello scrittore Italo de Feo, che viene a mancare nel 2021. Dal matrimonio sono nate le figlie Sveva (in foto) e Simona