Chiusa l'indagine dalla procura di Vicenza, manager e tecnici rischiano il processo. Gli accertamenti condotti dai Carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria riguardano in particolare i lavori per le gallerie naturali di Malo (Vicenza) e di Sant'Urbano, nel territorio di Montecchio Maggiore (Vicenza). I fatti contestati riguardano i lavori che erano stati svolti tra il 28 giugno 2021 e il 23 gennaio 2024
Inquinamento ambientale e omessa bonifica: con queste accuse, a vario titolo e a seconda delle posizioni, 12 persone - tra i componenti degli organi di amministrazione del Consorzio Sis e della Società Pedemontana Veneta, responsabili tecnici e direttori di cantiere - sono indagate in relazione ai lavori della Superstrada Pedemontana Veneta, l’arteria regionale di 95 chilometri che attraversa le province di Treviso e Vicenza. Gli accertamenti riguardano, in particolare, i lavori per la Galleria naturale di Malo (Vicenza) e quella di Sant’Urbano, nel territorio di Montecchio Maggiore (Vicenza), nei cui territori si rileva un grave inquinamento delle falde acquifere.
La Regione ha collaborato con le indagini di procura ed enti competenti
La Regione Veneto, in una nota, precisa che “gli organismi tecnici regionali, a partire da ARPAV, hanno attivato fin dall’inizio e con solerzia tutte le opportune analisi e verifiche ambientali previste e necessarie”. Il monitoraggio è costante e condotto, secondo le normative vigenti, su mandato dell’amministrazione regionale, che ha richiesto di segnalare ogni attività alle autorità competenti. Fin dal primo momento, la Regione ha collaborato con la procura di Vicenza e con gli enti competenti, attivando le necessarie indagini ambientali. Il rapporto con la procura, già consolidato negli anni precedenti nell’ambito delle prime denunce relative ai PFAS del sito Miteni, si fonda su una collaborazione istituzionale chiara, efficace e continuativa. È importante sottolineare che le analisi oggi disponibili, oggetto di discussione pubblica, sono state rese possibili grazie all’azione diretta della Regione. Le rilevazioni, condotte da ARPAV su preciso mandato regionale, in più occasioni e in vari siti del territorio, non solo quelli interessati dal passaggio di SPV, hanno permesso di individuare il rinvenimento di PFBA, riconducibile all’uso, durante le fasi di demolizione e costruzione, di un accelerante di presa per il calcestruzzo.
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L'ultimo studio sull'impatto ambientale nel luglio 2025
Già nel 2021, dopo ispezioni e verifiche, la Regione ha prudenzialmente imposto al concessionario la sostituzione di tale prodotto.Dal 2023, in accordo con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), è stata avviata una conferenza di servizi dedicata al monitoraggio degli effetti ambientali. Nell’ambito di tale attività, è stato disposto che il concessionario trattasse tutte le acque raccolte dalle gallerie della SPV gestite da SIS. Tali impianti di trattamento sono oggi pienamente operativi e costantemente monitorati. Si ricorda inoltre che la SPV è, sin dalla fase di progettazione nel 2006, soggetta alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) di competenza nazionale. Alla luce dei risultati delle analisi e dell’introduzione di una nuova matrice ambientale da approfondire, la Regione del Veneto ha trasmesso nel luglio 2025 un nuovo e complesso studio di impatto ambientale al MASE, che sarà esaminato dalla commissione VIA nazionale.
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Tracce di PFBA trovate anche in altre infrastrutture del Veneto
Si evidenzia, infine, che tracce di PFBA sono state rilevate anche in altri ambiti infrastrutturali del territorio veneto, non connessi alla SPV, in quanto il rilascio di sostanze PFBA parrebbe essere legato alla tecnica costruttiva impiegata in via generale nelle costruzioni di gallerie stradali e ferroviarie, come opere gestite in Veneto da altri soggetti, ad esempio ANAS. Anche in questi casi, le attività di verifica condotte con sistematicità e rigore dalla Regione Veneto hanno permesso di individuare tempestivamente situazioni critiche e avviare contestualmente le necessarie segnalazioni ai soggetti di competenza. Per quanto riguarda ulteriori valutazioni o determinazioni, si precisa che, trattandosi di materie non rientranti nella diretta competenza della Regione, allo stato non è possibile fornire ulteriori elementi, che potranno invece essere comunicati dalle autorità competenti