Nel settembre del 2024 Genini andò al pronto soccorso di Seriate per farsi visitare dopo che il compagno l'aveva picchiata il giorno prima a Cervia. Le vennero sottoposte le cinque domande del protocollo di valutazione del rischio e rispose in modo affermativo ai quesiti sulla gelosia, sull'aumento dell'intensità delle violenze, sulle minacce con un'arma e appunto sulla possibilità che lui potesse ucciderla
Emergono nuovi inquietanti dettagli nel caso di Pamela Genini, uccisa a Milano la sera del 14 ottobre scorso. Da quello che sta emergendo la 29enne aveva paura che Gianluca Soncin potesse ammazzarla già nel settembre del 2024, quando Genini andò al pronto soccorso di Seriate per farsi visitare, dopo che il compagno l'aveva picchiata il giorno prima a Cervia: lo mostra il referto dell'ospedale bergamasco pubblicato oggi sul Corriere della Sera. Alla ragazza vennero sottoposte le cinque domande del protocollo di valutazione del rischio di violenze e lei rispose in modo affermativo ai quesiti sulla gelosia, sull'aumento dell'intensità delle violenze, sulle minacce con un'arma e appunto sulla possibilità che lui potesse ucciderla. Ai sanitari, Pamela aveva spiegato che il giorno prima Soncin l'aveva "butta a terra, colpita alla testa con calci e pugni, trascinata per i capelli per diversi metri" per poi romperle un dito lanciandole addosso un oggetto. Riferì inoltre di essere stata in passato violentata ma non presentò denuncia davanti ai Carabinieri presenti in ospedale che acquisirono il referto per poi inviarlo ai colleghi di Cervia che risposero chiedendo di risentire la ragazza per raccogliere la sua denuncia ma Pamela si rifiutò di farlo. Gli inquirenti milanesi acquisiranno ora il referto e le annotazioni dei carabinieri nel fascicolo a carico di Soncin, che si trova in carcere con la contestazione di cinque aggravanti tra cui anche premeditazione, stalking e crudeltà.
Una fiaccolata per Pamela nel quartiere Gorla
Intanto è stata organizzata per domani a Milano una fiaccolata in memoria di Pamela e per "l'ennesimo femminicidio che si compie da parte di maschi che non si rassegnano alla possibilità che un rapporto possa finire". Gli abitanti e i commercianti del quartiere Gorla, dove la 29enne viveva ed è stata uccisa, si raduneranno alle 17.30 di domenica ai giardinetti di via Iglesias angolo via Liscate. Un'iniziativa promossa anche sui canali social del movimento femminista Non una di meno. "Per Pamela. Per tutt3 noi", si legge. "Per non dire mai più 'non una di meno'. Ci vogliamo vive". Un presidio nella zona era stato organizzato anche lo scorso giovedì pomeriggio, a due giorni dal femminicidio della donna.