Rigopiano, rinviato a novembre processo appello bis

Cronaca

L'udienza di oggi è stata caratterizzata dalla relazione della giudice a latere della Corte d'appello che ha ricostruito i fatti e l'iter giudiziario. Nella prossima è in programma la requisitoria del sostituto procuratore generale Paolo Berlucchi

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Rinviato al 17 novembre il processo d'appello bis per la strage di Rigopiano che si svolge a Perugia.  L'udienza di oggi è stata caratterizzata dalla relazione della giudice a latere della Corte d'appello che ha ricostruito i fatti e l'iter giudiziario. Nella prossima è in programma la requisitoria del sostituto procuratore generale Paolo Berlucchi. La Corte valuterà in quell'occasione eventuali istanze delle parti che comunque al momento non sono state presentate.

I familiari delle vittime

I familiari delle 29 persone morte sotto una valanga il 18 gennaio del 2017, hanno indossato quasi tutti magliette con le immagini dei loro cari deceduti. Il processo è stato richiesto dai giudici della Cassazione che lo scorso 3 dicembre hanno parzialmente accolto l'impianto accusatorio della Procura Generale in riforma a quelle che erano state le sentenze di primo e secondo grado. L'appello bis riguarda dieci imputati: sei funzionari della Regione accusati di disastro colposo e quattro persone, tra cui l'ex sindaco di Farindola, accusati di omicidio colposo.

La prevenzione

L'elemento nuovo, per questo procedimento, è quello della prevenzione. Secondo i giudici della Cassazione, i funzionari regionali avrebbero dovuto applicare la legge che li obbliga a redigere la carta localizzazione pericolo valanghe. Un documento che, sostengono i giudici, avrebbe potuto scongiurare sicuramente la tragedia, in quanto l'hotel sarebbe stato con ogni probabilità chiuso durante i mesi invernali. Se la carta fosse stata applicata, secondo gli ermellini, l'hotel sarebbe potuto essere classificato come a rischio valanghe, cosa che avrebbe comportato il divieto di accedervi oppure di utilizzare le strutture in esso presenti, "ovvero - scrissero nelle motivazioni della sentenza - ne avrebbe imposto un uso disciplinato (limitato, per esempio, alle stagioni non invernali". "Era tal conclusione possibile? - si chiedono i giudici - Tale conclusione era possibile e anche dovuta".

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Il nuovo processo

Da qui la rimodulazione alla sentenza di secondo grado con la richiesta di un nuovo processo, in particolare, per sei dirigenti della Regione Abruzzo, assolti nei precedenti gradi, sull'ipotesi di reato di disastro colposo, per la mancata applicazione della Carta Localizzazione Pericolo Valanghe. A giudizio, ma per altri reati che sono destinati, tra l'altro, alla prescrizione, l'ex sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, per il quale era stata annullata la sentenza di condanna, il tecnico comunale Enrico Colangeli e i due funzionari della Provincia di Pescara Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio. Riguardo gli altri imputati, la Cassazione ha confermato l'assoluzione dell'ex prefetto Francesco Provolo e di un dirigente della Prefettura, Leonardo Bianco, dall'accusa di depistaggio, confermando la condanna per i delitti di omissione di atti d'ufficio e falso ideologico - in via di prescrizione - e confermato le condanne per l'ex gestore dell'hotel e per il geometra che aveva redatto la relazione allegata al permesso per la ristrutturazione dell'albergo stesso per i reati di falsità ideologica. 

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