Scuola, l’odissea dei lavori mai finiti nell’istituto Thouar Gonzaga di Milano

Cronaca
Giulia Floris

Giulia Floris

Cortili inagibili, aule chiuse per crolli e infiltrazioni, materiali mai portati via per il fallimento dell’impresa. È la situazione drammatica delle scuole elementari e medie di via Gentilino e via Tabacchi. La protesta dei genitori: "La scuola non è un cantiere, situazione intollerabile"

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Una scuola su 10 in Italia non è a norma. La maggior parte degli studenti italiani frequenta edifici che non dispongono di tutte le certificazioni previste per essere in regola, nel peggiore dei casi fatiscenti. La fotografia impietosa è dell’ultimo dossier di Tuttoscuola sull’edilizia scolastica, elaborato sui dati del Ministero, mentre, secondo il report di Cittadinanzattiva, sono 71 i crolli negli edifici scolastici registrati tra settembre 2024 e settembre 2025, ancora in aumento rispetto al 2023/24 quando ne erano stati rilevati 69. Verrebbe da dire che la scuola italiana cade a pezzi ma, anche dove si lavora per cercare di migliorare le cose, il lieto fine è tutt’altro che scontato. Lo sanno bene docenti e alunni dell’Istituto comprensivo Thouar Gonzaga di Milano che si trovano a vivere una vera e propria odissea, tra lavori iniziati e mai finiti, imprese fallite e cantieri senza fine. 

A denunciare ora la situazione il comitato di genitori "SOS Gentilino-Tabacchi, la scuola non è un cantiere", che ha deciso di alzare la voce di fronte a una situazione diventata ormai "intollerabile". “Da anni – dicono - centinaia di bambini e ragazzi frequentano la Scuola Primaria “Piolti de’ Bianchi – G. Stampa” e la Secondaria di Primo Grado “O. Tabacchi” in condizioni di grave disagio, con ampie aree inagibili e spazi ridotti a causa di lavori incompiuti e impianti pericolanti". Una condizione, accusano, "vergognosa e che offende la dignità dei bambini, docenti, personale tecnico amministrativo, dirigenza, genitori e famiglie, e dell’intera comunità scolastica".

La dirigente: “Un calvario tra lavori mai conclusi o mai partiti e imprese fallite”

Traccia il quadro, desolante, della situazione, la dirigente Adriana Colloca, alla guida dell’Istituto comprensivo e in prima linea con le famiglie per chiedere che qualcosa si muova. “Questo – racconta -  è il mio sesto anno di dirigenza: sono entrata con cantieri già in avvio o da avviare. Nel cortile interno della scuola primaria di via Gentilino si trova una ciminiera pericolante da mettere in sicurezza che era già transennata al mio arrivo. Dopo i primi sopralluoghi e perfino le prove strutturali, i lavori, in capo a Città metropolitana (la ex provincia ndr), non sono di fatto ancora mai partiti". Intanto, dello spazio all'aperto che dovrebbe essere a disposizione dei bambini, è rimasta solo una porzione risicatissima, anche per il passaggio dei mezzi di un cantiere che interessa la scuola superiore Agnesi, con cui è condivisa una parte dell’edificio.  Ma le criticità non finiscono qui. "Qualche anno fa sono stati fatti i lavori per il rifacimento delle facciate delle scuole, che prevedeva anche la sostituzione degli infissi. L'impresa che si occupava dei lavori è però fallita, lasciando gli infissi vecchi, due finestre delle elementari senza grate perché non sono state rimontate, facciate interne non completate, ponteggi montati e avanzi di cantiere nello spazio antistante l’ingresso delle elementari, che non possono essere spostati per via delle procedure giudiziarie legate al fallimento". Sembrerebbe che peggio di così non possa andare. E invece… "Durante il rifacimento delle facciate – ricostruisce con scoramento la dirigente – i lavori hanno interessato anche il tetto della scuola media di via Tabacchi, ma è stato lasciato aperto un lucernario in un periodo di forti piogge e così si è verificato lo sfondamento del controsoffitto di un'aula. Questo è avvenuto a novembre del 2023 e da lì è partito il calvario, con un continuo rimbalzarsi di responsabilità tra il Comune (a cui spetta la manutenzione ordinaria delle scuole) e Città metropolitana, a cui fa capo la manutenzione straordinaria. Intanto ci troviamo con un intero piano interdetto da due anni, che ospita attrezzature nuove ma inutilizzabili. Ora ci dicono che forse i lavori di Città metropolitana potranno partire, ma ci vorranno ancora almeno 5-6 anni, per vederne la fine".

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Le conseguenze per i bambini e sulla didattica

“Le conseguenze per i bambini e ragazzi – rincara il comitato dei genitori - sono pesantissime: riduzione drastica dello spazio esterno, laboratori in spazi didattici di fortuna, impossibilità di usare attrezzature acquistate con fondi PNRR, e un generale degrado che compromette il benessere quotidiano dei bambini e, di conseguenza, quello dell’intera comunità scolastica, riconosciuta come tra le più attive di tutto il quartiere e della città". Una comunità che, nonostante tutto, crede nella scuola e non si vuole rassegnare a questo stato di cose. "Il nostro obiettivo, pur con mille difficoltà – dice ancora Adriana Colloca - è quello di fare una scuola diversa: non ci basta far entrare i bambini in aula, fare la lezione frontale e rimandarli a casa. Qualcosa ci inventeremo per portare avanti ciò che facciamo e farlo bene ma non possiamo nascondere la nostra preoccupazione". "Io dico sempre – conclude la dirigente - che il primo approccio del cittadino in erba con lo Stato è la scuola. Se il primo incontro è questo, poi non ci meravigliamo della disaffezione alla cosa pubblica nel nostro Paese”.

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