Morte orsa Amarena, rinviato a giudizio l'uomo che uccise l'animale

Cronaca

Simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, quando l'orsa è stata uccisa si trovava con i suoi due cuccioli. L’accusa ha sottolineato che l’omicido dell’animale è aggravato dalla futilità dei motivi

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Andrea Leomburini che il primo settembre del 2023 a San Benedetto dei Marsi, uccise a fucilate l’orsa Amarena, è stato rinviato a giudizio. La prossima udienza è stata fissata al 19 gennaio 2026 alle ore 9.00, davanti al giudice Francesca D’Orazio. Il provvedimento giudiziario emesso dalla Procura della Repubblica – seppur non definitivo – conferma la gravita dei reati contestati: l’aver agito con crudeltà senza alcuna giustificazione, causando la morte dell’animale. 

L'ENPA: "Seguiremo il caso affinchè giustizia sia fatta"

Presente in aula l'Ente Nazionale Protezione Animale che si è costituita parte civile attraverso il suo ufficio legale tramite l'avvocato Claudia Ricci. "Amarena non era solo un’orsa ED è  stata uccisa con un atto crudele e ingiustificabile, aggravato da futili motivi, che ha ferito non solo l’Abruzzo ma tutto il Paese. Ora chiediamo che giustizia sia inflessibile, perché la sua morte non sia vana e diventi un monito contro ogni violenza verso gli animali" ha dichiarato ENPA. 

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L'uccisione dell'orsa Amarena 

L'animale è stato ucciso con un fucile in una zona periferica di San Benedetto dei Marsi in Abruzzo, fuori dal Parco, mentre si trovava con i suoi due cuccioli. Nelle udienze precedenti, la difesa di Leomburini aveva chiesto la nullità degli atti di polizia giudiziaria svolti dai Carabinieri, sostenendo che, al momento dei sopralluoghi, il loro assistito non fosse ancora indagato. A parte civile circa quaranta tra Enti e Associazioni. 

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