La polizia ha fermato tre persone accusate di omicidio aggravato, rapina aggravata, incendio e distruzione di cadavere per l'omicidio di Hayati Aroyo, trovato carbonizzato il 23 luglio scorso in un appartamento a Sesto San Giovanni. I tre si trovano nelle case circondariali di Busto Arsizio e Milano, in attesa della convalida del fermo da parte del gip. Il movente sarebbe legato al timore che la vittima diffondesse un video in cui la donna fermata era ritratta in atteggiamenti intimi
Tre fermi per l’omicidio dell'italiano di origine turca Hayati Aroyo, cognato del boss della mafia turca Huseyin Sarai, trovato carbonizzato il 23 luglio scorso in un appartamento a Sesto San Giovanni. La Polizia, coordinata dalla Procura di Monza, ha fermato tre persone con l’accusa di omicidio aggravato, rapina aggravata, incendio e distruzione di cadavere. Il gruppo è composto da un uomo italiano, una donna italiana (moglie e marito) e un albanese.
L’ipotesi sul movente
Il movente potrebbe essere legato al timore che la vittima diffondesse un video in cui la donna era ritratta in atteggiamenti. Sarebbe quanto raccontato dai fermati, anche se il video non è stato trovato. Secondo la ricostruzione della Squadra mobile, la donna aveva preso un appuntamento ed è entrata per prima in casa, lasciando poi la porta aperta all'albanese che ha fatto irruzione nell'appartamento colpendo l'italo-turco con una trentina coltellate. Il marito, intanto, faceva da palo all’esterno. Successivamente il corpo è stato portato sul letto, cosparso di candeggina e dato alle fiamme insieme all’appartamento. I tre si erano conosciuti tramite un gruppo di incontri. Il marito arrestato ha 49 anni, la moglie 47, l'amico albanese 33. Nel telefono dell'albanese, sequestrato dagli agenti della Squadra Mobile in un'altra operazione, sono stati trovati messaggi della donna che commentava l'omicidio dicendo di non aver avuto "la minima impressione" nonostante l'efferatezza dell'accaduto .
La vittima era cognato boss mafia turca
L’uomo, come detto, è stato identificato come Hayati Aroyo, 62 anni, cognato del boss della mafia turca Huseyin Sarai, ucciso a Crotone il 31 gennaio 2005. Il suo omicidio però non sarebbe connesso agli affari criminali della famiglia. Alla sua identificazione certa, per via dello stato del corpo, gli agenti della Mobile giunsero alcuni giorni dopo grazie alle impronte digitali e alla collaborazione con l’autorità giudiziaria turca. L'italo turco si trovava in un appartamento che gli era stato prestato da uno studente ventenne che per due mesi era andato in vacanza.
Le indagini
Secondo gli accertamenti svolti dalla Sezione Omicidi della Squadra mobile della Questura di Milano, l'uomo era stato colpito da circa trenta fendenti. Successivamente i suoi aggressori avevano tentato di distruggere le prove dando fuoco al cadavere e all'appartamento. Gli investigatori della Mobile hanno ricostruito la storia della vittima e la sua rete di amicizie, e hanno individuato le tre persone che, per varie ragioni, avevano maturato un profondo astio nei confronti dell'uomo, fino a decidere di ucciderlo. Con l'analisi delle telecamere, dei tabulati telefoni e le attività di intercettazione, è stato poi possibile ricostruire gli spostamenti dei tre, individuando i vari ruoli nella notte dell'omicidio. Gli uomini sono stati portati nella casa circondariale di Busto Arsizio e la donna nella casa circondariale di Milano in attesa che il provvedimento di Fermo venga convalidato dal gip.