Processo Visibilia, procura chiede di sentire Santanchè. Pm: stralciare sue conversazioni
CronacaRiparte il procedimento che riguarda le accuse di false comunicazioni sociali sui bilanci delle società del gruppo editoriale, in cui è coinvolta la ministra del Turismo. La procura chiede di “stralciare” mail e chat che hanno come interlocutrice Santanché: non entreranno nel processo. Chiede anche di sentire in aula la politica e gli altri imputati, oltre a consulenti tecnici, funzionari Consob e Bankitalia e personale della Guardia di finanza che ha svolto le indagini. Ammessi piccoli azionisti come parti civili
Oggi, 16 settembre, al tribunale di Milano c'è stata una nuova udienza del processo con al centro le accuse di false comunicazioni sociali sui bilanci delle società del gruppo editoriale Visibilia, procedimento che vede coinvolta Daniela Santanchè. La ministra del Turismo è imputata con il suo compagno Dimitri Kunk, il suo ex compagno Giovanni Canio Mazzaro e altre 12 persone. Lo scorso 15 luglio era arrivato un rinvio (a data odierna) che ha di fatto bloccato il processo per due mesi. Oggi la procura ha chiesto di sentire in aula la ministra e gli altri imputati e ha chiesto di tenere fuori dal processo le mail e le chat che hanno come interlocutrice Santanchè. Fissato anche il calendario delle udienze, fino al 21 maggio 2026. Il collegio della seconda sezione penale cambierà nella prossima udienza, prevista il 21 ottobre, in quanto due componenti di quello attuale hanno un nuovo incarico. Invece per quanto riguarda il filone della truffa aggravata all’Inps, nell'udienza preliminare di luglio la difesa della ministra aveva ottenuto un rinvio per l'interrogatorio in aula al 17 ottobre.
Pm: fuori dal processo le conversazioni di Santanchè
Nell’udienza di oggi, il pm Luigi Luzi - che insieme alla collega Marina Gravina rappresenta la pubblica accusa - ha spiegato che nel processo in cui la ministra è imputata per il falso in bilancio di Visibilia, il gruppo da lei fondato e da cui ha dismesso le cariche, restano fuori tutte le e-mail, le chat e gli sms che avevano come interlocutrice Daniela Santanchè. In aula a Milano, il pm ha chiesto di "stralciare" quelle conversazioni: messaggi scritti che, dunque, non entreranno nel processo. Il pm ha citato la sentenza della Corte Costituzionale del luglio 2023 sulla vicenda Open - che tira in ballo il senatore Matteo Renzi - che stabilisce che non è utilizzabile la corrispondenza prima dell'autorizzazione della Camera di appartenenza. Lo stralcio di ogni dialogo in cui compare direttamente la parlamentare di Fratelli d'Italia, in particolare, è stata spiegata durante la richiesta della prove.
Procura chiede di sentire in aula la ministra
La procura ha anche chiesto di sentire in aula la ministra Santanché e gli altri imputati, oltre a consulenti tecnici, funzionari di Consob e Banca d'Italia e personale della Guardia di finanza che ha svolto le indagini. Nell'elenco delle ammissioni prove avanzato dai pm Gravina e Luzi anche i verbali, le consulenze e le relazioni contro le 16 persone imputate (nessuna società è a processo), tra cui il compagno della ministra Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero e l'ex compagno della ministra Canio Giovanni Mazzaro. La proposta di ammissione prove verrà "validata" da un nuovo collegio della seconda sezione penale, in quanto due componenti di quello attuale hanno un nuovo incarico. Intanto il Tribunale, rigettando una eccezione delle difese, ha ammesso le parti civili, cioè alcuni piccoli azionisti guidati da Giuseppe Zeno, che ha sempre sostenuto l'irregolarità dei conti.
Il calendario delle udienze
Oggi sono state fissate 16 udienze, fino al 21 maggio 2026. Il calendario, che potrebbe comunque subire qualche variazione, è stato stabilito dal presidente del collegio della seconda sezione penale Giuseppe Cernuto, che ha rinviato al 21 ottobre per incamerare e decidere, con il nuovo collegio, in merito alla richiesta prove illustrata da accusa e difese. I pm hanno assicurato che sono state stralciate dal fascicolo le intercettazioni in cui ha interloquito la ministra. Il prossimo 25 settembre, intanto, si terrà di nuovo l'udienza preliminare per Visibilia srl, la cui posizione era stata stralciata dopo la dichiarazione di nullità del capo di imputazione che la riguardava come società imputata per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.
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Il rischio prescrizione
I procedimenti milanesi che coinvolgono Santanchè non stanno viaggiando spediti. Il rinvio di luglio sul processo che è ripartito oggi aveva dato vita a un duro botta e risposta tra i pm e il presidente del collegio. I pubblici ministeri hanno evidenziato il "rischio prescrizione" e "l'interesse della giustizia per la ragionevole durata del processo: con questi ritmi - avevano spiegato - rischiamo di andare troppo in là". La pm Gravina ha ricordato che si tratta di un "processo corposo", anche per "tutti i testi che ci saranno da sentire”. Per "evitare il rischio prescrizione", "che ha già coinvolto l'annualità 2016" su Visibilia Editore (la società ha patteggiato), i pm avevano chiesto che i giudici decidessero almeno sulla questione parti civili "prima della pausa estiva". Il pm Luzi aveva chiesto, poi, che almeno il 16 settembre, dopo aver risolto il tema delle parti civili, potesse "iniziare la fase del dibattimento" con l'ammissione delle prove e a seguire i primi testimoni.
Santanchè: “Preferisco assoluzione"
Sul tema e sulla possibilità della tagliola della prescrizione, la ministra aveva commentato: "Preferirei l'assoluzione piena, ma questo non dipende certo da me. Soddisfatta? Mi soddisfa quando le cose vengono fatte bene". La prima udienza del processo risale al 15 aprile e non è ancora iniziato il dibattimento. Secondo alcuni calcoli, la prescrizione per queste accuse (su bilanci che vanno dal 2016 al 2022) scatterebbe dopo 5 anni dalla richiesta di processo, che è del luglio 2024.
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Cosa era successo a luglio
Nell’ultima udienza di luglio, i giudici, accogliendo l'eccezione della difesa di Visibilia srl in liquidazione, avevano dichiarato "nullo" il capo di imputazione formulato dalla Procura nei confronti della società per "indeterminatezza" e "genericità" con "compromissione del diritto di difesa". Gli atti su questa accusa sono tornati ai pm, che su invito del Tribunale avevano già dovuto riscrivere i capi di imputazione. Il processo va quindi avanti per gli altri 16 imputati, ministra compresa. Poi le difese avevano chiesto di "estromettere" Giuseppe Zeno e altri piccoli soci di Visibilia già ammessi come parti civili per gli eventuali danni dal gup in udienza preliminare. Il collegio, sostanzialmente spiegando che la questione posta dai difensori non era di poco conto, aveva deciso di rinviare al 16 settembre per sciogliere la riserva.
Santanchè cede gratis riviste Visibilia
Sempre a luglio, Daniela Santanchè ha reciso i legami con Visibilia Editore. La sua Immobiliare Dani ha ceduto a Giorgio Armaroli, editore bolognese amministratore delegato e cofondatore di Scripta Maneant Edizioni, tutte le quote, pari al 75% del capitale, di Athena Pubblicità, società a cui fa capo l'89,9% di Visibilia Editore con le sue sei testate. Santanchè ha lasciato senza intascare un euro: la vendita di Visibilia, che ha chiuso il 2024 in perdita per 4,5 milioni e con un giudizio negativo dei revisori sul bilancio, è avvenuta a titolo gratuito e non comporta in capo ad Armaroli l'obbligo di un'opa sul restante 10% della società quotata a Piazza Affari.
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Il processo per diffamazione a Roma
Intanto, Daniela Santanchè è imputata a Roma anche in un processo per diffamazione ai danni di Giuseppe Zeno, azionista di minoranza della società Visibilia Editore Spa: i difensori della ministra hanno sollevato un'eccezione relativa all'applicazione del comma 1 dell'art. 68 Cost. che prevede l'insindacabilità delle opinioni espresse in aula al Senato. Il tribunale monocratico si è riservato di decidere entro la prossima udienza fissata a novembre. Il legale di Zeno, Antonio Piantadosi, si è invece opposto affermando che "l'oggetto dell'intervento fatto in Senato e l'attacco a Zeno non sono collegabili alla sua funzione di ministra ma a vicende personali connesse alla sua attività di imprenditrice". La vicenda è legata ad alcune affermazioni fatte dalla parlamentare nel corso di una informativa al Senato del 5 luglio 2023 in relazione all'indagine sulla società che coinvolge Santanchè. Nel capo di imputazione vengono riportare le affermazioni che secondo la procura di Roma rientrano nel reato di diffamazione. Riferendosi a Zeno, la ministra afferma che si tratta di "...una sorta di finanziere che è partito molti anni addietro da Torre del Greco, si è trasferito prima a Londra, poi in Svizzera e successivamente a Montecarlo e ora risiede alle Bahamas...". E ancora, Santanchè ha aggiunto che Zeno "fa riferimento a inverosimili e oscure mie manovre solo dopo - lo vorrei dire chiaro - aver inutilmente tentato di costringermi ad accordi per me inaccettabili. Questo, però, è un tema a parte su cui purtroppo non posso aggiungere altro, perché sarà oggetto di apposita inchiesta giudiziaria che chiarirà, anche grazie a registrazioni vocali, le finalità che hanno ispirato chi ha attivato tutto ciò e quando poi un socio di minoranza, residente nelle Bahamas, ha avanzato proposte per noi irricevibili, lo abbiamo contestualmente diffidato tramite uno studio legale".