Che cosa sono le case maternità e quali sono le regole

Cronaca
©Getty

Introduzione

Dopo la morte di una neonata avvenuta il 12 settembre scorso in una casa di maternità a Roma, si è accesa l’attenzione su queste strutture. Ecco che cosa sono, come funzionano e quali regole devono rispettare

Quello che devi sapere

Le norme disposte dalle Regioni

A condurre le case di maternità sono generalmente le ostetriche che devono rispettare i paletti stabiliti da norme disposte dalle singole Regioni. Nel Lazio, per esempio, oltre alle norme igienico sanitarie vige l’obbligo per la struttura – sia privata sia dell’Asl - di operare entro un raggio di 30 minuti da un presidio ospedaliero.

 

Per approfondire: Roma, neonata muore dopo il parto in "casa per la maternità": denunciate due ostetriche

Le norme disposte dalle Regioni

I parametri da rispettare

Oltre alla dotazione obbligatoria relativa a materiali, strumentazioni e farmaci che devono essere presenti all’interno di ogni casa di maternità, sono diversi gli accorgimenti che il personale è tenuto a rispettare per tutelare la salute della donna e del nascituro: dai controlli alla gestione del travaglio fino alle valutazioni nella fase successiva al parto che deve sempre avvenire in presenza di almeno due ostetriche.

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Cosa fare in caso di trasferimento

Le Regioni prescrivono inoltre le procedure da seguire quando si rende necessario il trasferimento della paziente in ospedale. Prima di effettuare lo spostamento la casa maternità deve aver individuato il centro medico e preavvisato al momento dell’arrivo. 

La raccomandazione dell'Oms

Un primo impulso al tentativo di avvicinare per quanto possibile il luogo del parto a quello domestico era arrivato già nel 1996 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che raccomandava alle donne di partorire in strutture più “periferiche”, da casa propria alle case maternità fino a centri nascita e in ospedale, sempre rispettando la sicurezza clinica.

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Il documento sul ruolo dell'ostetrica

Come riporta un documento del 2017 stilato dal Comitato Percorso Nascita nazionale, le donne in buona salute che portano avanti una gravidanza ritenuta a “basso rischio” possono avvalersi dell’assistenza sul territorio dell’ostetrica: sulla base di protocolli e griglie di definizione del rischio, tale figura integra le informazioni con il ginecologo.

Gestione autonoma

Secondo il documento lo stesso modello di gestione autonoma della gravidanza può essere adottato anche al momento della presa in carico della donna da parte di personale ostetrico, che può avvenire sia presso il punto nascita di riferimento sia presso l'Area a basso rischio ostetrico (Bro).

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Cosa è successo a Roma

Il tema di queste strutture è emerso dopo la morte di una neonata, poco dopo la nascita venerdì pomeriggio in una casa maternità nel quartiere Testaccio a Roma. Gli investigatori hanno acquisito la documentazione e, su disposizione del pm, è stata posta sotto sequestro la struttura. Sono indagate le due ostetriche presenti al momento del parto, una di loro è anche la titolare della struttura. I primi punti fermi arriveranno dall'autopsia che verrà effettuata probabilmente martedì e stabilirà con certezza le cause del decesso. 

Su cosa vertono le indagini

L'allarme è scattato venerdì pomeriggio pochi minuti prima delle 15. La neonata era in arresto cardiocircolatorio e le ostetriche hanno tentato invano di rianimarla. All'arrivo del personale del 118 per la bimba non c'era più nulla da fare. La mamma, alla sua prima gravidanza, è stata trasportata in ospedale per un malore e in stato di shock. C'era anche il papà quando si è consumata la tragedia. Le indagini puntano a fare piena luce su quello che è accaduto e a stabilire eventuali responsabilità. Da chiarire, in particolare, se la casa maternità abbia rispettato le linee guida previste per queste strutture.

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Agosti (Società neonatologia): “Nella nascita non c'è rischio zero”

In merito alla vicenda Massimo Agosti, presidente dalla Società italiana di neonatologia (Sin), esclude che un parto, anche regolare, sia sempre “a rischio zero”. “Riteniamo che le case del parto debbano essere all'interno degli ospedali e a 5-10 metri dalla stanza dove vengono trattate le nascite in caso insorgano difficoltà. Il neonato deve essere accolto nell'immediato da un neonatologo o da un pediatra e su questo bisogna essere chiari", dice il neonatologo intervistato dall’Ansa.

Agosti: “Ospedali accoglienti, case parto all’interno”

Sulla tutela della salute del nascituro, Agosti invita a riconsiderare il ruolo degli ospedali che “dopo un periodo in cui forse la tecnologia ha avuto più attenzione, oggi sono molto più accoglienti e offrono un clima sociale e familiare sereno”. “Le situazioni possono capitare anche in ospedale ma qui ci sono equipe in grado di intervenire rapidamente. In una manciata di minuti, i golden minutes, ci si gioca la vita e, se si sopravvive, la qualità degli anni a venire”, afferma il presidente Sin che vede un “margine di potenziale pericolo, durante il travaglio e poi nel parto”. “I cambiamenti cardio-polmonari in quegli attimi sono molto rapidi e se c'è qualche intoppo diventa un problema di minuti”, dice Agosti.

 

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