Montagna, estate di tragedie: quasi 100 morti dal 21 giugno. L'allarme del Soccorso Alpino

Cronaca

Troppi turisti impreparati, cresce l’incoscienza in quota. Dall'inizio dell'estate, secondo quanto riportato dal Corpo Nazionale del Soccorso Alpino, si è registrato un aumento di feriti e morti in montagna con il rischio che questo dato possa aumentare fino a fine estate

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Incoscienza o fatalità imprevedibili, non si ferma la lunga scia di incidenti mortali sulle montagne italiane in questa estate 2025. Da fine giugno a oggi, il bilancio è drammatico: quasi 100 vittime, con una media di quasi tre decessi al giorno. Con l’estate non ancora conclusa, il timore è che il bilancio possa aggravarsi ulteriormente, trasformando il 2025 in una delle stagioni più nere per la montagna italiana.

Incidenti ad alta quota

L’ultimo episodio è avvenuto domenica sul massiccio del Monte Bianco, lungo la cresta del Brouillard, a 4.030 metri di quota. La vittima è Davide Migliorino, 36 anni, residente a Treviglio (Bergamo). L’alpinista stava affrontando l’ascesa insieme a due compagni di cordata, rimasti illesi. Procedeva slegato quando, aggrappandosi a una roccia che ha improvvisamente ceduto, è precipitato nel vuoto. Sul posto è intervenuto il Soccorso Alpino Valdostano, che ha recuperato la salma trasportandola a Courmayeur. Le indagini sono affidate alla Guardia di Finanza di Entrèves. Anche il weekend di Ferragosto è stato segnato da gravi incidenti in alta quota. Sabato sera un alpinista è rimasto sospeso nel vuoto sul Dente del Gigante, sempre nel massiccio del Monte Bianco. Dopo complesse manovre in elicottero, i soccorritori hanno scalato fino a raggiungerlo e lo hanno portato in salvo al rifugio Torino.

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I dati e il boom del turismo montano

Il bollettino estivo degli incidenti continua ad aggiornarsi quasi quotidianamente. Solo pochi giorni fa, il 14 agosto, due alpinisti – un uomo e una donna – hanno perso la vita sul Castore, nel massiccio del Monte Rosa, precipitando dalla cresta forse a causa del maltempo. Tre giorni prima, l’11 agosto, a Moso in Passiria (Bolzano), sono morti padre e figlio dopo una caduta da un tratto esposto nei pressi del bivacco Pixner. Un trend che preoccupa profondamente il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino (CNSAS). "Non possiamo ancora fornire dati definitivi – spiega Simone Alessandrini – ma i nostri interventi sono stati numerosissimi. Circa il 44% riguarda escursionisti colpiti da malori o cadute, mentre il restante 56% è legato ad altre attività alpinistiche".

Secondo Alessandrini, a incidere è anche il boom del turismo montano registrato negli ultimi 4-5 anni, spesso affrontato senza preparazione. "Quasi il 90% dei frequentatori non è iscritto al Club Alpino Italiano e quindi non ha seguito corsi preparatori. C’è troppa improvvisazione: gente che sale in quota in scarpe da ginnastica, in pantaloncini o con abbigliamento inadatto, senza scorte d’acqua. In molti cercano solo una foto spettacolare da postare sui social, ma questo comportamento mette a rischio la vita".

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