Prove Invalsi 2025, cala la dispersione scolastica. Carenze in italiano e matematica

Cronaca
©Ansa

Introduzione

Secondo l’ultimo rapporto diffuso dall’istituto di ricerca Invalsi, i livelli di apprendimento nella scuola italiana si confermano “a due velocità”. Considerando l’ultimo anno delle superiori, per esempio, italiano e inglese (letto) sono le uniche materie dove oltre la metà degli studenti otterrebbe una promozione superando la quota attesa. E in italiano si allargano le differenze territoriali. Ecco la situazione nelle altre discipline.

Quello che devi sapere

Invalsi, cala la dispersione esplicita

Nel 2025 l'Istituto registra un aumento del tasso di dispersione implicita. Rispetto allo scorso anno è salita dell’8,7% la quota di studenti che finiscono il ciclo di studi senza aver acquisito le competenze fondamentali previste. In confronto agli anni precedenti, tuttavia, la tendenza nel medio periodo resta in diminuzione, soprattutto nel Mezzogiorno. A calare è invece la quota di studenti che abbandonano il percorso formativo prima del completamento.

 

Per approfondire: Prove Invalsi 2025 al via nella scuola primaria: materie, date e cosa sapere

Invalsi, cala la dispersione esplicita

I dati sulla dispersione (in calo)

Le rilevazioni Invalsi 2025 hanno confermato una discesa della dispersione scolastica esplicita dei 18-24enni che non hanno conseguito un diploma di scuola secondaria di secondo grado e che non sono in formazione, passando dal 12,7% del 2021 all'obiettivo del 10,2% fissato dal Pnrr per il 2026. “Non soltanto abbiamo raggiunto l'obiettivo che l'Unione Europea ci ha posto per il 2026, ma abbiamo persino superato l'obiettivo che ci era stato posto per il 2030”, ha commentato il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara.

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Gli strumenti di contrasto all'abbandono scolastico

Secondo l’istituto, il sistema scolastico ha potenziato gli strumenti di contrasto al fenomeno dell’abbandono, intercettando una popolazione "fragile" che in passato avrebbe corso un rischio maggiore di esclusione. In alcune regioni come Puglia, Basilicata e Calabria, le forme di accompagnamento e il supporto alle scuole hanno frenato la dispersione. Per i ricercatori il contrasto al fenomeno potrebbe dare frutti duraturi intervenendo dalla scuola dell’infanzia.

Sud in affanno nella comprensione dei testi scritti

Non tutti i dati sono però positivi. Stando ai risultati delle verifiche tenute nel corso dell’anno scolastico, al Nord circa il 60% degli alunni conseguirebbe la sufficienza nella comprensione dei testi scritti in italiano, percentuale che scende sotto la soglia del 50% nel Centro-Sud e nelle Isole.

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Le regioni più virtuose in italiano

Il rapporto rivela un peggioramento rispetto al 2024 portando la valutazione complessiva sull’italiano scritto ai livelli del biennio 2021-23. Rispetto al periodo pre-pandemico, gli esiti hanno registrato un calo di 7 punti e mezzo. Per quanto riguarda le singole Regioni, solo in Valle d'Aosta, Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Veneto e Friuli-Venezia Giulia la quota di allievi con competenze non adeguate in italiano rimane sotto il 40%

Le difficoltà in matematica

Nella fotografia scattata dal rapporto Invalsi, in matematica si confermano le carenze maggiori, soprattutto al Centro-Sud. Dal Lazio a Campania, Calabria e Sicilia: circa il 60% degli studenti non raggiunge i livelli di accettabilità, percentuale che sale al 70% in Sardegna. In tutta Italia i risultati rivelano un calo delle competenze medie del 5% rispetto al 2019, in linea con la tendenza registrata in tutti i Paesi Ocse e in Nord America.

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Le differenze territoriali in matematica

Con una forbice compresa tra il 59 e il 61%, la quota di studenti del Nord Italia che supera i test in matematica mostra uno scenario di maggiore debolezza rispetto all’italiano. Sulla singola materia aumenta anche il divario tra territori che raggiunge i 23 punti tra nord est e il Sud/Isole. In Campania inoltre cresce la polarizzazione tra allievi “bravi” e “in difficoltà”.

Valditara: “Ripensare l'insegnamento dell'italiano”

Commentando i dati del Rapporto Invalsi, il ministro Valditara ha invitato a ripensare l’insegnamento dell’italiano. "Dobbiamo ripensare le indicazioni nazionali, i programmi ed è quello che noi abbiamo fatto e stiamo facendo proprio partendo dalla scuola primaria, dalla scuola secondaria di primo grado, dal primo ciclo”, ha affermato il titolare del dicastero di viale Trastevere che aggiunge la necessità di porre “un'attenzione forte verso grammatica, sintassi, riassunti”. “Si è detto che è dalle elementari che si pongono le basi ed è fondamentale proprio in una scuola che è sempre più inclusiva, che coinvolge sempre più giovani, giovani che prima non proseguivano gli studi e non impattavano sull'esito complessivo”, ha aggiunto il ministro.

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Ricci: “Ampliamento partecipazione si traduca in miglioramento"

Per il presidente di Invalsi, Roberto Ricci, “la sfida dei prossimi anni sarà garantire che l'ampliamento della partecipazione scolastica si traduca anche in un miglioramento degli apprendimenti per tutti, assicurando equità, qualità e inclusione come pilastri fondamentali del sistema educativo italiano”.

Quanti studenti hanno sostenuto le prove Invalsi

Le prove Invalsi 2025 hanno coinvolto circa 11.500 scuole per un totale di circa 960.000 alunne e alunni della scuola primaria (classe II e classe V), circa 550.000 allieve e allievi della scuola secondaria di primo grado (classe III) e più di 1 milione di studenti e studentesse della scuola secondaria di secondo grado.

 

Per approfondire: Invalsi, nel curriculum degli studenti di quinta superiore anche risultati prove

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