Bertulazzi, Argentina concede estradizione ex Br in Italia. Il legale: "Faremo ricorso"

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La Corte Suprema argentina ha dato il via libera al rientro in patria dell'ex membro delle Brigate Rosse, sulla base di una condanna a 27 anni per il sequestro di Pietro Costa del 1977 e banda armata. Le forze dell'ordine hanno raggiunto il suo domicilio e lo hanno arrestato. La difesa: "Scandaloso, è in corso un appello sul riconoscimento dello status di rifugiato"

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La Corte Suprema argentina ha espresso parere favorevole all'estradizione in Italia dell'ex Br Leonardo Bertulazzi, agli arresti a Buenos Aires dal 29 agosto scorso sulla base della decisione del governo Javier Milei di revocargli lo status di rifugiato. Dopo che i giudici argentini hanno respinto il ricorso della difesa contro la richiesta di estradizione dell'Italia, Bertulazzi è stato raggiunto dalle forze dell’ordine nel suo domicilio trasferito in un centro di detenzione. Adesso è in attesa di essere portato in Italia. La richiesta di estradizione nei suoi confronti si basa su una condanna a 27 anni per il sequestro di Pietro Costa del 1977 e banda armata. 

La difesa di Bertulazzi: "Uno scandalo, presenteremo ricorso"

L’avvocato difensore di Bertulazzi, Rodolfo Yanzón, sottolinea che l'intervento della polizia nel domicilio di Bertulazzi e il suo eventuale trasferimento immediato in Italia "avvengono mentre è ancora aperto un ricorso contro la revoca del suo status di rifugiato politico da parte delle autorità del governo di Javier Milei". Va detto infatti che la Corte Suprema ha precisato nella sentenza che la decisione sull'estradizione non riguarda invece il ricorso presentato dall'ex Br contro la revoca dello status di rifugiato. Per l'avvocato Yanzón l'arresto di Bertulazzi e una sua eventuale estradizione immediata rappresenta in tale contesto "uno scandalo" e ha annunciato la presentazione di un ricorso anche "in sede internazionale".  

Bertulazzi e lo status di rifugiato

Bertulazzi aveva ottenuto lo status di rifugiato nel 2004 sotto il governo di Néstor Kirchner (centro-sinistra), dopo che nel luglio 2003 il giudice federale María Servini de Cubría aveva stabilito che doveva essere rilasciato perché la giustizia italiana lo aveva condannato "in contumacia", un'opzione non prevista dalle leggi processuali argentine: la perdita definitiva dello status dipende dalla conferma delle autorità giudiziarie.

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