I giudici hanno tenuto conto del fatto che al momento dell'arresto Bertulazzi "viveva insieme alla moglie da oltre 20 anni nello stesso domicilio del quale è proprietario"
La giustizia argentina ha ordinato la scarcerazione dell'ex Br, Leonardo Bertulazzi, accogliendo un ricorso della difesa e riconoscendo che la revoca dello status di rifugiato decretata dal governo di Javier Milei non era effettiva al momento dell'arresto il 29 agosto. In quell'occasione, dopo l'arresto, il ministero della Sicurezza Nazionale aveva rilasciato un comunicato in cui si affermava: "Bertulazzi è responsabile di crimini che hanno attentato ai valori democratici e alla vita di molteplici vittime".
La decisione dei giudici
Nella sentenza emessa dalla Camera Federale di Cassazione si rilevano inoltre elementi di "arbitrarietà" e considerazioni "dogmatiche" nelle sentenze di primo grado e di appello che avevano negato la scarcerazione di Bertulazzi. I giudici hanno tenuto conto inoltre del fatto che al momento dell'arresto Bertulazzi "viveva insieme alla moglie da oltre 20 anni nello stesso domicilio del quale è proprietario". La più alta corte penale del Paese, con la firma dei giudici Alejandro Slokar e Angela Ledesma, e il dissenso di Guillermo Yacobucci, ha accolto il ricorso presentato riguardo alla libertà dell'ancora "rifugiato". Il giudice Slokar ha affermato l'esistenza delle radici di Bertulazzi in Argentina, poichè "vive con la moglie da 20 anni nella stessa casa, di cui è proprietario" e ha sottolineato che "il 7 ottobre 2004 gli è stato riconosciuto lo status di rifugiato".