La ragazza, dopo 16 anni dal periodo di studi in Spagna, è ora in fase di specializzazione e ha avviato quindi la carriera medica. Si era rivolta al Tar, ma il consiglio di Stato - cui ha fatto appello l'ateneo barese - ha ribaltato la sentenza del tribunale di primo grado
Il peggiore incubo degli studenti universitari è diventato realtà per una laureata dell’Università di Bari che dovrà ridare, dopo 16 anni, 8 esami che aveva svolto in Erasmus, perché non sarebbero stati correttamente registrati dall’ateneo spagnolo. Lo riporta il Messaggero. La scoperta è avvenuta quando ormai la studentessa era in fase di specializzazione e aveva già avviato la professione medica.
La ricostruzione: il ricorso al Tar
Durante la richiesta di trasferimento dal reparto universitario di Foggia a quello di Bari, erano sorti lo scorso anno alcuni problemi riguardanti la certificazione degli esami svolti a Valladolid, durante l'esperienza dell'Erasmus. A settembre 2024 l’ateneo barese aveva comunicato alla giovane che “sarebbe risultata agli atti dell’ufficio l’assenza della documentazione comprovante il superamento degli otto esami sostenuti" all'estero chiedendo. Quindi, stava alla stessa ricorrente di fornire “maggiori informazioni, anche a mezzo di comprovante documentazione a supporto”. La studentessa presentò il certificato di laurea ma l’Università di Bari le comunicò “di aver smarrito parte della documentazione relativa al periodo spagnolo”. Lo scorso anno è arrivata la vittoria del ricorso al Tar per la ragazza.
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Il parere del consiglio di Stato
L’ateneo di Bari ha deciso di fare appello al consiglio di Stato, che negli ultimi giorni ha ribaltato il verdetto dando ragione all’Università pugliese. “Il riconoscimento da parte del consiglio di facoltà - si legge nella sentenza - è imprescindibile perché il programma di studi Erasmus abbia validità ai fini del completamento del percorso necessario per giungere alla laurea”. Nella documentazione visionata non figurano gli otto che l’Università di Bari assume non essere stati mai sostenuti. Mancherebbero, secondo il consiglio di Stato, i necessari transcript of records di provenienza dell’ateneo estero.
La soluzione? Tornare a studiare
Il consiglio di Stato sottolinea che “non osta comunque a che l’ateneo appellante, considerata la situazione venutasi a creare a causa del lungo tempo trascorso, consenta a quest’ultima di integrare rapidamente il corso di studi nella misura necessaria per ottenere un nuovo titolo e dunque di recuperare gli esami mancanti”. La studentessa dovrà, quindi, tornare sui libri.