I giudici hanno sollevato dubbi sulla compatibilità dei centri in Albania con il diritto europeo e, per questo, hanno rinviato due cause alla Corte di giustizia dell'Ue. Come ha riferito Il Manifesto, i rinvii sono contenuti in due provvedimenti fotocopia nati dai ricorsi del Viminale contro altrettante non convalide del trattenimento decise dalla Corte d'appello di Roma
La Cassazione “dubita” che l'operazione dei centri in Albania del governo italiano sia compatibile col diritto europeo. Per questo ieri gli ermellini hanno rinviato due cause alla Corte di giustizia dell'Unione europea. Come ha riferito Il Manifesto, che ha dato la notizia, i rinvii sono contenuti in due provvedimenti fotocopia nati dai ricorsi del Viminale contro altrettante non convalide del trattenimento decise dalla Corte d'appello di Roma. Secondo il quotidiano, la prima sezione penale è tornata sui propri passi, capovolgendo una precedente decisione in cui aveva equiparato il Cpr di Gjader a quelli che si trovano in Italia.
La decisione della Cassazione
Secondo quanto riportato dal Manifesto, gli ermellini hanno sollevato due questioni che riguardano entrambi i casi attualmente possibili a Gjader. Il primo, quello di un migrante in situazione di irregolarità amministrativa. E il secondo, quello di un richiedente asilo che ha fatto domanda di protezione internazionale da dietro le sbarre di quel Cpr. Per il primo, il dubbio è che il trasferimento dall'Italia all'Albania contrasti con la direttiva rimpatri. Per il secondo un analogo sospetto riguarda la direttiva accoglienza. Il tema è quello della territorialità.