L'ex fidanzato di Chiara Poggi sta finendo di scontare 16 anni di carcere. Il motivo dell'impugnazione sarebbe legato alla mancata richiesta di autorizzazione a rilasciare un'intervista al programma Le Iene durante un permesso per un ricongiungimento familiare
La Procura generale di Milano ha presentato ricorso in Cassazione per chiedere la revoca del provvedimento con cui nelle scorse settimane il Tribunale di sorveglianza ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi, l'allora fidanzato di Chiara Poggi, uccisa nel 2007, che sta finendo di scontare 16 anni di carcere. Il motivo dell'impugnazione sarebbe legato alla mancata richiesta di autorizzazione a rilasciare un'intervista al programma Le Iene durante un permesso per un ricongiungimento familiare. La vicenda, per il pg, avrebbe dovuto essere valutata diversamente dai giudici.
Il regime di semilibertà: di cosa si tratta
Stasi ha ottenuto il regime di semilibertà a partire dall'11 aprile 2025, con primo giorno effettivo fuori dal carcere il 28 aprile. La semilibertà consente al detenuto di trascorrere parte della giornata all'esterno dell'istituto per svolgere attività lavorative o formative, utili al reinserimento nella società. Nel frattempo, la Procura di Pavia ha riaperto le indagini sull'omicidio di Chiara Poggi, focalizzandosi su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Nuove prove, tra cui un'impronta palmare trovata vicino al corpo di Chiara e il DNA sotto le sue unghie, sono state attribuite a Sempio, portando a nuove audizioni e accertamenti. La situazione di Stasi rimane incerta, con la possibilità che la sua semilibertà venga revocata in attesa della decisione della Cassazione. Nel frattempo, le nuove indagini potrebbero avere implicazioni significative sul suo caso.
