Appalti truccati a Roma, chi è Mirko Pellegrini: "Nel cassetto ha 210mila euro di orologi"
CronacaArrestato ieri dalla Guardia di Finanza, l'imprenditore 46enne di Frascati, detto "Mister asfalto", è il massimo referente della Fenice Srl. Dalle carte dell'inchiesta, secondo il suo braccio destro, preferirebbe i cronografi alle tangenti perché a differenza dei soldi non lascerebbero traccia
C'è anche l'imprenditore Mirko Pellegrini tra le cinque persone arrestate dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un'inchiesta della procura di Roma che mira a far luce su un presunto sistema corruttivo negli appalti pubblici per la manutenzione stradale. Nei confronti di Pellegrini è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. L'uomo, 46enne di Frascati, massimo referente della Fenice Srl, si fa chiamare "Mister asfalto" ed era già finito al centro di un'indagine nei mesi scorsi per fatti analoghi.
Le accuse
Secondo le accuse, Pellegrini - legato ad altre 16 società - avrebbe costituito una associazione a delinquere: in carcere, con lui, sono finiti anche il fratello e altri tre sodali. Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, gli indagati avrebbero fatto capo a un unico gruppo imprenditoriale del settore della manutenzione stradale, utilizzando una rete di società intestate a prestanome. Tramite quest'ultime, e anche grazie a presunti accordi illeciti, avrebbero ottenuto appalti per il rifacimento di arterie stradali strategiche, banditi da Roma Capitale e da Astral Spa - Azienda Strade Lazio. Le accuse a vario titolo sono di associazione a delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta e trasferimento fraudolento di valori.
"Un sistema fraudolento"
Nelle 100 pagine di ordinanza cautelare firmate dal gip Flavia Costantini, si parla di un "cartello di imprese" che operava in modo "stabile e organizzato" per alterare la libera concorrenza nelle gare pubbliche e frodare la Pa. Le società coinvolte costituivano "lo strumento funzionale alla consumazione degli illeciti", permettendo agli associati di ottenere appalti, gestire fondi in maniera unitaria e conseguire "vantaggi economici e finanziari che, senza l'appartenenza al cartello, non avrebbero potuto raggiungere". I presunti reati commessi erano "volti a conseguire illecitamente contratti d'appalto di lavori da Roma Capitale e da altri enti pubblici, lucrando illecitamente attraverso fraudolenti risparmi di spesa e falsa documentazione contabile".
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Il ritratto di "Mister asfalto"
Sempre secondo le carte citate da Repubblica, Pellegrini, detto "Mister asfalto", coordinava le attività intrattenendo rapporti con gli enti appaltanti e avendo un filo diretto con gli istituti bancari. Rappresentava il gruppo in convegni e incontri istituzionali, ed era presente nei cantieri, negli uffici, nei municipi. Uomo che ama la mondanità, è tifosissimo della Roma, come testimoniano anche alcune foto scattate in compagnia di Nicolò Zaniolo ai tempi della sua esperienza giallorossa.
Gli orologi
Come riporta Repubblica, il presunto sistema gestito da Pellegrini aveva un cardine: gli orologi. A chiedere e ricevere regali erano i funzionari del Comune. "Io non posso rischiare l’osso del collo", diceva uno di questi, che avrebbe ottenuto cronografi da migliaia di euro per i propri figli in cambio di controlli morbidi sui lavori delle aziende collegate a Pellegrini. Dalle carte dell'inchiesta è emerso come l'imprenditore avesse "210mila euro di orologi nel cassetto", almeno stando alle parole del braccio destro. Perché? Gli orologi non lasciano traccia come i soldi, e il loro valore cresce nel tempo. Dunque, sarebbero in tal senso più discreti.
Le tangenti
Quando non c'erano gli orologi, c'erano le tangenti in contanti, scrive Repubblica. Se la polizia stradale si dimostrava "troppo severa" nei controlli dei mezzi delle imprese di Pellegrini, si cercava di risolvere la situazione con metodi alternativi. Gli investigatori riportano infatti che il 6 maggio 2024, in un bar romano, il braccio destro di "Mister asfalto" ha incontrato due agenti e ha consegnato loro una busta di colore giallo. Dentro, secondo la Guardia di finanza, c'erano 10mila euro.