Inchieste urbanistica Milano, Oggioni non risponde al gip. Bardelli rassegna le dimissioni

Cronaca
Ansa/Ipa

L'ex dirigente comunale - agli arresti domiciliari con le accuse di corruzione, depistaggio e falso - si riserva con la difesa di contestare tutte le accuse dopo aver letto gli atti. Il legale: "Non esiste alcun sistema Oggioni". L'assessore alla Casa lunedì spiegherà "per rispetto istituzionale" in Consiglio comunale i motivi della sua decisione e "a valle di ciò le sue dimissioni saranno formalizzate". Sala: "Se non si è voluto fare il Salva Milano, ci si occupi di un riordino complessivo della materia"

ascolta articolo

Giovanni Oggioni - l'ex dirigente comunale milanese agli arresti domiciliari da due giorni con le accuse di corruzione, depistaggio e falso in uno dei filoni del pacchetto di inchieste sull’urbanistica - ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip di Milano Mattia Fiorentini. Intanto ha rassegnato le dimissioni l'assessore comunale alla Casa Guido Bardelli, le cui chat private sono finite nelle inchieste con frasi contro la giunta scritte quando non ricopriva ancora la carica: il sindaco Giuseppe Sala valuterà nei prossimi giorni - spiega il Comune in una nota - le alternative possibili "al fine di non interrompere il percorso" tracciato sul Piano Casa perché l’assessorato in questione "è estremamente rilevante per la città di Milano ed è necessario garantire continuità nelle attività che si stanno portando avanti". Bardelli lunedì spiegherà "per rispetto istituzionale" in Consiglio comunale i motivi della sua decisione e "a valle di ciò le sue dimissioni saranno formalizzate".

Pm: "Oscura gestione urbanistica del centro storico"

C'è un "altro oscuro capitolo della gestione urbanistica negli Uffici del Comune di Milano" su cui la Procura sta indagando e riguarda, al momento, due zone del "centro storico" con palazzi di pregio che prima appartenevano all'amministrazione. Aree poi cedute ai privati e, infine, messe all'asta per nuovi interventi immobiliari. Fino alla "realizzazione", in un caso, "di un albergo con 199 camere", con aumento delle volumetrie in violazione delle normative, senza piani attuativi e con atti "falsi". E sempre con "l'avallo" della Commissione paesaggio. Come scrivono i pm di Milano Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, il "più macroscopico" caso, su cui si stanno concentrando gli accertamenti, è quello di via Zecca Vecchia, a due passi dalla Pinacoteca Ambrosiana, non lontano dal Duomo. In questo capitolo è indagato, tra gli altri, sempre Oggioni: negli atti c'è un'intercettazione del 18 ottobre scorso tra lui e Andrea Viaroli, a sua volta ex dirigente dello Sportello unico edilizia, che si dicono "preoccupati - riassumono i pm - dell'attenzione della Procura sugli interventi edilizi da loro autorizzati nelle zone definite" dal Piano di governo del territorio "ex B2", ossia quelle del centro storico, e parlano delle due aree di via Anfiteatro, in zona Brera, e via Zecca Vecchia. Dicono che devono "recuperare" dall'ex dirigente Pino Bellinetti, anche lui indagato, "informazioni e probabilmente anche documentazione relativa" a quelle zone. E Viaroli, poi, spiega anche che vuole andare a parlare con Bellinetti "perché è curioso di vedere come hanno fatto le gare" su quelle aree.

Il caso di via Zecca Vecchia

Sul caso di via Zecca Vecchia, con imputazione che va dal 2019 al 2023, Oggioni è accusato di aver contribuito a dare "parere favorevole" all'intervento, "avallando la violazione dell'indice massimo di edificabilità" di "mq 2.550". È indagato coi componenti della "commissione presieduta da Prusicki", col "dirigente Pino Bellinetti", Viaroli, la "progettista Barbara Pighi della società Rimond" e i "responsabili della società operatrice C.Thorr". Venne dato l'ok ad un intervento "in quel lotto del centro storico di circa 3.100 mq". Dagli atti risulta che Franco Zinna, ex responsabile della Direzione Urbanistica milanese e indagato, lo scorso anno è stato "remunerato - scrivono i pm - da un gruppo di tre o quattro società che fanno capo allo stesso imprenditore" e "da un quarto soggetto, la Rimond, società di progettazione", incaricata "dei progetti concernenti l'intervento di via della Zecca Vecchia". Sul caso di via Anfiteatro, poi, il progettista è Marco Cerri, indagato e strettamente legato ad Oggioni. Anche loro due, intercettati, "sono preoccupati" per "l'attenzione dei pubblici ministeri sugli interventi da loro autorizzati sulle zone del centro storico" chiamate "Milano 'B2'". Cerri al telefono "fa riferimento all'indagine su via Anfiteatro" più volte. E lo stesso progettista, anche lui ex componente della Commissione paesaggio, "nel 2016, su incarico della Bnp Paribas, aveva presentato un Piano Integrato di Intervento, sottoposto alla commissione per il paesaggio". Su quelle aree "B2", tra il 2007 e il 2008, furono indette gare dal Comune, "inserite nei Piani di Alienazione e Valorizzazione Immobili". Furono, poi, "messe all'asta e aggiudicate alla banca Bnp Paribas, la quale - scrivono i pm - a sua volta, dopo essersi fatta rilasciare dei pareri dalla commissione per il paesaggio relativi agli interventi edilizi ipotizzati, le metteva all'asta". L'asta "dell'area di via Anfiteatro - si legge ancora - col progetto con parere favorevole dell'architetto Cerri, veniva aggiudicata alla società di Carlo e Stefano Rusconi, che sceglieva come suo progettista lo stesso Marco Cerri".

Leggi anche

Salva-Milano, verso l'affossamento della norma al Senato

Oggioni chiederà revoca dei domiciliari

La difesa di Giovanni Oggioni presenterà più avanti istanza al gip per chiedere la revoca o l'attenuazione della misura dei domiciliari. "Si riserva anche di rilasciare dichiarazioni - ha spiegato l'avvocato Giovanni Brambilla Pisoni - ed ulteriori passi, dopo che avremo potuto accedere agli atti dei pm, di cui abbiamo chiesto copia, per chiarire la sua esatta posizione". Ovviamente, ha aggiunto, si dichiara "estraneo a questi discorsi, come configurati dai pm", tra cui la corruzione. Poi, ai cronisti che gli hanno chiesto se esiste un "sistema Oggioni", il legale ha replicato: "Quella sul 'sistema' è una dichiarazione dei pm che, ovviamente, non viene per niente condivisa dalla difesa". L'ex dirigente, ha proseguito il legale, "non sta bene per niente, è molto depresso, non è nelle migliori condizioni per far fronte a questa situazione".

Sala: "Serve un riordino complessivo sull'urbanistica"

"Alla luce di queste giornate difficili non credo di essere nella posizione di suggerire al Parlamento cosa fare, ma se potessi permettermi di farlo, direi che, se non si è voluto fare il Salva Milano, ci si occupi allora di un riordino complessivo della materia", ha detto intanto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, intervistato da La Repubblica. Sala assicura: "Passiamo questi giorni che sono oggettivamente complessi, duri, ma da lunedì ci rimettiamo a lavorare sul nuovo Piano di governo del territorio: le problematiche legate all'urbanistica hanno suscitato così tanto interesse in questi mesi che a questo punto, anche a costo di metterci qualche mese in più, dobbiamo coinvolgere tutti, ma proprio tutti gli attori cittadini". Non solo: "Al netto del fatto che ognuno fa il suo mestiere, sarebbe estremamente utile avere una preventiva adesione della Procura alle linee di guida del nuovo Pgt. Nel momento in cui si trova la formula giusta e questa formula è in linea con il nostro sistema legislativo, su una materia così complessa, far vagliare il nostro lavoro da professionisti di cui si avvale la Procura sulle questioni più tecniche sarebbe una cosa a mio parere fondamentale non solo a Milano ma in tutto il Paese".

Leggi anche

Decreto Salva Milano, cos'è e che cosa prevede

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI SKY TG24

Cronaca: i più letti