Veterinario gratuito per persone senza fissa dimora: la missione di Save the Dogs
Cronaca
A Milano assistono circa 200 uomini e donne che vivono in strada e curano quasi 300 cani e gatti. “Spesso gli animali sono l’ultimo legame affettivo rimasto a queste persone – spiegano i volontari – Tra un vaccino e un microchip, cerchiamo di aiutare anche i proprietari”. È sempre più alto in città il numero di chi non può permettersi sterilizzazioni e farmaci. Per i veterinari, in assenza di alternative pubbliche, è anche “un impegno etico”
Ogni mercoledì, attorno alle 20, la stazione di Lambrate a Milano si popola di cani. Sono gli animali di decine di persone senza fissa dimora che, prima, si mettono in fila per un pasto caldo al furgoncino allestito da Progetto Arca e, poi, cercano assistenza veterinaria presso il chiosco della Fondazione Save the Dogs and Other Animals che, ormai da tre anni, offre vaccini e assistenza gratuita a centinaia di animali domestici. Aurora (nome di fantasia, come i prossimi) ha l’andatura di chi conosce bene l’iter per accedere alle cure: cammina piano tenendo lo stesso passo della sua Sandra, come se non servisse il guinzaglio, e attende il turno per la visita veterinaria. “Hanno in cura la mia Sandra da mesi, ora si stanno occupando di un’artrosi – ci conferma – Da quando è morto mio marito, i miei animali sono stati la mia salvezza. Ma non avevo abbastanza soldi per curarli, quindi sono venuta qua e ho trovato degli angeli”.
Al pari di Aurora, altre 190 persone senza fissa dimora con i loro cani sono state aiutate dal progetto “Amici di strada, compagni di vita” di Save the Dogs che provvede a vaccinazioni, microchip, sterilizzazioni e cibo. Per chi vive in strada, è molto più di una cura veterinaria. “I miei cani sono la mia vita”, ripete Claudia.
Sono sempre più numerose le persone che, vivendo in queste condizioni, decidono di accompagnarsi a un cane: secondo la quinta rilevazione della Fondazione ing. Rodolfo Debenedetti, solo a Milano sono 2343 le persone senza fissa dimora e, di queste, il 3% vivrebbe con un cane. “Sono numeri parziali – spiegano da Save the Dogs – perché solo noi ne aiutiamo molte di più”.

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Veterinaria etica
In gergo tecnico, i volontari di Save the Dogs li chiamano “binomi”, ovvero le coppie proprietario-cane (o gatto), che sono aiutate della fondazione in cambio di un’assicurazione sulla cura dell’animale. In altre parole, in cambio dell’impegno – sottoscritto in un accordo – alla sterilizzazione del cane.
A Milano sono sei le aree servite dai “veterinari sociali”, dove si radunano persone che dormono in strada, che vivono in luoghi abbandonati o in case popolari. Con numeri in costante aumento: dai 47 del 2022 ai 191 del 2024. E gli animali presi in cura sono ancora più numerosi: 274 lo scorso anno, in crescita dell’81% sul 2023. Di pari passo, salgono anche gli interventi realizzati nelle visite in strada dove si curano patologie intestinali, ferite da morso, cistiti o problemi oculari. “Il legame che unisce queste persone ai loro animali – spiegano i volontari – è non di rado l’unico legame affettivo rimasto, nonché spesso l’unico motivo per rimanere legati alla vita e non perdersi del tutto”. Anche per questo, quella dei veterinari di Save the Dogs è una missione etica: “Aiutiamo persone indigenti – racconta la dottoressa Clarissa Zamboni, volontaria per l’associazione – che altrimenti non potrebbero accedere a servizi di qualità, perché purtroppo oggi la veterinaria è privatizzata”.

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Una mano tesa ai proprietari
Ma alla stazione di Lambrate, fra i volontari di Save the Dogs, non si parla solo di cani. “Li hanno curati – ci racconta Claudia – ma hanno aiutato anche me. Mi hanno fatto conoscere altri servizi che mi danno una mano con la ricerca della casa e con altri bisogni”. A molti serve un aiuto economico. Ma, in qualche caso, è sufficiente uno sguardo tenero o un sorriso. “L’aiuto che mi danno è perlopiù umano – confessa Stefano – è gratificante sentirsi accettato da qualcuno, perché non è una carità calata dall’alto”. Il merito è, in larga parte, degli operatori di Save the Dogs: “Per i nostri utenti non ci fermiamo ai vaccini – racconta la volontaria Sara D’Ascanio – Cerchiamo di intercettare anche altri bisogni come la ricerca di una casa, le dipendenze o i problemi familiari”. E non è un caso se, a turno finito, operatori e proprietari si fermano ancora qualche minuto per parlare, conoscersi e naturalmente per giocare con i cani.
