L'ex ministro e sindaco di Roma è stato arrestato la notte del 31 dicembre scorso dopo la revoca dei servizi sociali. Avrebbe dovuto svolgere attività presso la struttura ‘Solidarietà e Speranza’ che si occupa di famiglie in difficoltà e di vittime di violenze ma è accusato di una “gravissima e reiterata violazione delle prescrizioni imposte”
Resta in carcere l'ex ministro e sindaco di Roma Gianni Alemanno, arrestato la notte del 31 dicembre scorso dopo la revoca dei servizi sociali. A deciderlo il Tribunale di Sorveglianza di Roma sciogliendo la riserva sull’udienza di venerdì scorso. Alemanno deve scontare una condanna a un anno e 10 mesi per traffico di influenze.
"Reiterate violazioni"
L'ex sindaco della Capitale, che doveva svolgere attività presso la struttura "Solidarietà e Speranza" che si occupa di famiglie in difficoltà e di vittime di violenze, è accusato di una “gravissima e reiterata violazione delle prescrizioni imposte”. In particolare, avrebbe presentato falsa documentazione per giustificare impegni lavorativi ed evitare i servizi sociali, oltre ad aver incontrato in tre occasioni tra marzo e settembre scorsi un pregiudicato, l’ex avvocato Paolo Colosimo, condannato in via definitiva nel 2018 a 4 anni e sei mesi.

Approfondimento
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Legali di Alemanno valutano ricorso
La decisione dei giudici non riconosce i quattro mesi svolti ai servizi sociali da Alemanno tra il novembre del 2023 e il febbraio del 2024. La condanna era arrivata nell'ambito di uno dei filoni nati dalla maxi indagine Mondo di Mezzo. I giudici di Sorveglianza erano chiamati a valutare la conferma della detenzione in carcere o il ritorno ai servizi sociali. Nel corso dell'udienza del 24 gennaio scorso l'ex sindaco aveva ammesso di "avere sbagliato e di averlo fatto perché innamorato della politica". I difensori valutano un ricorso in Cassazione per impugnare la decisione della Sorveglianza.
