Gli operatori del Soccorso alpino e speleologico erano bloccati all'ostello "Lo Zio" di Campo Imperatore (L'Aquila), a circa 2.100 metri di quota, per una bufera di neve. Una piccola tregua ha permesso di usare la funivia. Da più di due giorni stanno tentando di salvare Luca Perazzini e Cristian Gualdi, entrambi finiti in un canalone sulla montagna
Il gruppo di tecnici del Soccorso alpino e speleologico e di lavoratori, che era bloccato a Campo Imperatore (L'Aquila), a circa 2.100 metri sul Gran Sasso, è riuscito scendere a valle. I soccorritori sono impegnati da più di due giorni nelle ricerche, al momento ferme a causa del meteo, dei due alpinisti emiliano-romagnoli dispersi sulla montagna. Le condizioni in quota sono sempre proibitive, ma un breve momento di vento debole ha consentito il funzionamento della funivia e la discesa a valle. Le ricerche dei due dispersi, viene fatto sapeere, riprenderanno non appena le condizioni in quota lo consentiranno.
Gli alpinisti dispersi
Gli alpinisti dispersi sono Luca Perazzini e Cristian Gualdi, entrambi di Santarcangelo di Romagna (Rimini). Sono bloccati da domenica pomeriggio in un canalone sul Gran Sasso, dopo essere scivolati verso la Valle dell'Inferno mentre scendevano dalla Direttissima del Corno Grande. Sono stati loro stessi a dare l'allarme, facendosi localizzare, ma le ricerche dei soccorritori sono state sospese lunedì a mezzogiorno a causa del peggioramento delle condizioni meteo. Potrebbero riprendere dopo Natale. Tutta Sartancangelo sta vivendo "con apprensione e speranza queste ore e basta guardare i social per comprendere come la comunità abbia il pensiero costantemente in Abruzzo", ha detto all'ANSA il sindaco Filippo Sacchetti.
L'ostello dove erano bloccati
Prima della discesa a valle, il gruppo si trovava bloccato all'ostello "Lo Zio" di Campo Imperatore, con "cibo a sufficienza, corrente, acqua calda e prodotti per l'igiene personale". I soccorritori attendevano che finisse la perturbazione, come spiegato da Giusy Scimia, responsabile della struttura. "Essendo un ostello di montagna siamo preparati a un eventuale stato di emergenza: siamo attrezzati con scorte per rimanere qui almeno 10 giorni, gestendo fino a 25 persone. Ai soccorritori e ai tre operatori del Ctgs, addetti alla funivia, abbiamo offerto colazione, pranzo e cena e le camere per la notte. Altri ospiti non c'erano più, in quanto domenica abbiamo fatto discendere tutti per le previsioni meteo avverse", aveva specificato Scimia.