Esplosione di Calenzano, individuato punto da cui sono usciti i vapori

Cronaca

L’inchiesta sembra puntare da un lato sugli errori umani, dall’altro sugli allarmi inascoltati che si sono succeduti nel corso degli ultimi mesi

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I magistrati pratesi, guidati dal procuratore Luca Tescaroli, hanno individuato il punto da cui sono fuoriusciti i vapori di carburante che hanno creato le condizioni per l'esplosione al deposito Eni di Calenzano (Prato) del 9 dicembre scorso, in cui sono morte cinque persone. Il passo avanti negli accertamenti oggi, nel corso di un nuovo sopralluogo al quale hanno partecipato anche alcuni consulenti nominati per rispondere ai quesiti investigativi. I reati ipotizzati nel fascicolo - al momento senza indagati - sono omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni e rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.

A che punto sono le indagini

Dopo la scoperta dei lavori sui tubi (a terra sono stati trovati i bulloni di sicurezza) su cui scorreva il carburante poi fuoriuscito, gli inquirenti hanno ordinato altre perquisizioni nei confronti di due lavoratori presenti al momento dello scoppio: si tratta del preposto di Sergen srl (la ditta che stava svolgendo i lavori di manutenzione tra la baia 6 e la 7) e un autotrasportatore che si stava approvvigionando alla stessa baia, e che ha premuto il pulsante di alert. Ad entrambi sono stati sequestrati i cellulari, con l’obiettivo di ricostruire le fasi precedenti e successive al disastro. L’inchiesta sembra puntare da un lato sugli errori umani, dall’altro sugli allarmi inascoltati che si sono succeduti nel corso degli ultimi mesi. Per questo motivo sotto la lente restano le tre aziende perquisite - non come indagate - due giorni dopo la strage: oltre che alla stessa Eni e alla Sergen, perquisizioni sono state fatte anche alla Bt Trasporti, la ditta per cui lavorava il primo autotrasportatore trovato senza vita, Vincenzo Martinelli. Riguardo la dinamica, infine, illuminante si è rivelato il video diffuso nei giorni scorsi: si vedono gli autotrasportatori che caricano le cisterne alla baia 6, e, nel corridoio adiacente, alcuni operai della Sergen impegnati con un carrello elevatore nei lavori di manutenzione a un tubo di benzina dismesso e sopraelevato. Dal tubo, all’improvviso, fuoriesce una grande quantità di carburante e si forma una densa nube di vapore. Sono le 10.20: in quell’istante avviene lo scoppio violentissimo, che semina morte e distruzione.     

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