Calenzano, il deposito Eni fermo due mesi per la consulenza dei pm

Cronaca
©Ansa

La ha deciso la Procura di Prato per consentire ai consulenti incaricati di consegnare una relazione sul deposito dove una settimana fa una tremenda esplosione ha causato cinque morti e diversi feriti. Questo quanto emerso dopo il primo sopralluogo tecnico tenuto stamani dagli inquirenti con gli esperti incaricati di redigere una relazione tecnica sull'impianto industriale

ascolta articolo

La procura di Prato ha assegnato 60 giorni di tempo ai consulenti incaricati di consegnare una relazione sul deposito Eni di Calenzano (Firenze), dove una settimana fa una tremenda esplosione ha causato cinque morti e 26 feriti. La stessa Procura toscana che sta indagando sulle cause dell’incidente e sui motivi che avrebbero indotto la perdita che avrebbe poi determinato lo scoppio durante le operazioni di carico ha posto il deposito sotto sequestro: non è stato trovato esplosivo, quindi è stato escluso che l'esplosione sia da attribuire ad un possibile sabotaggio. In virtù del tempo che servirà per approfondire le indagini, dunque, l'impianto resterà sotto sequestro e rimangono interrotte tutte le attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione di carburanti e altri prodotti petroliferi gestiti. Questo quanto emerso dopo il primo sopralluogo tecnico tenuto stamani dagli inquirenti con gli esperti incaricati di redigere una relazione tecnica sull'impianto industriale.

Le indagini e i possibili scenari

Secondo quanto emerge, tra l’altro, la procura di Prato sta lavorando per individuare condotte attive o passive nel deposito che abbiano eventualmente contribuito a cagionare il danno. Anche per questo motivo si profilano diverse, possibili, posizioni di garanzia. In particolare, emerge che gli inquirenti stanno cercando di comprendere sia i rischi generici sia i rischi specifici, ovvero quelli derivati dalla gestione e quelli dovuti all'attività nel cantiere, operazioni diverse, o svolte da chi gestiva l'area o svolte da operatori sul posto. E' emerso, poi ancora, che sono tre le corsie di carico (la 5, la 6, la 7 anche dette baie, nel gergo merci) una vicina all'altra, quelle su cui si sta concentrand, l'interesse della stessa procura di Prato. Secondo un'ultima ricostruzione, la baia 6 è quella dov'è avvenuta l'esplosione; la corsia 7 è quella dove c'era un'autocisterna; alla baia 5 era prevista una manutenzione all'aspirazione dei vapori. Invece risulta che tra la corsia 6 e la 7 al momento dello scoppio era in corso una manutenzione a una condotta di carico dei carburanti.

Il piano di aggiornamento Eni

Sempre riguardo al deposito di Calenzano "l'ultimo aggiornamento del piano di emergenza esterno risale al 2021, poi c'era un aggiornamento in corso. Da quello che so io Eni aveva già proposto l'aggiornamento, che era in corso di valutazione". Lo ha riferito il sindaco Giuseppe Carovani sul piano di protezione civile per il sito. "Eni è ente proponente – ha spiegato -, la prefettura di Firenze lo coordina e fa riferimento a una serie di professionalità. L'Eni ha ogni 3 anni l'obbligo di presentare l'aggiornamento del piano, l'amministrazione comunale recepisce nel proprio piano di protezione civile il piano validato a livello di prefettura".

Domani la visita della commissione d’inchiesta

Intanto domani 17 dicembre, alle ore 11.15, una delegazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, composta dal Presidente Tino Magni, senatore Avs, dalla vicepresidente Susanna Camusso, senatrice Pd, e dalla senatrice di Fratelli d'Italia Paola Mancini, svolgerà un sopralluogo al deposito di Calenzano. Al termine, la delegazione si trasferirà a Prato dove incontrerà il procuratore capo, Luca Tescaroli, presso la Procura della Repubblica del Tribunale.  

Approfondimento

Calenzano, chi sono le vittime dell'esplosione al deposito Eni

Cronaca: i più letti

Support Include